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TICINOMusica a tutto volume, sordi in 5 anni

20.08.10 - 12:09
Peggiora l'udito dei giovani e questo a causa della larga esposizione agli alti volumi. L'ATiDU, col progetto "unveroamico.ch" mette in guardia dai rischi offrendo consigli e testimonianze
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Musica a tutto volume, sordi in 5 anni
Peggiora l'udito dei giovani e questo a causa della larga esposizione agli alti volumi. L'ATiDU, col progetto "unveroamico.ch" mette in guardia dai rischi offrendo consigli e testimonianze

LUGANO - Peggiora l'udito dei giovani e questo a causa della larga diffusione dei lettori mp3. A segnalare questo dato è il Brigham and Women’s Hospital di Boston che ha pubblicato sul Journal of the American Medical Association uno studio comparato.

In Ticino già da tempo si sta occupando del problema ATiDU, l’Associazione ticinese deboli d'udito che col progetto "unveroamico.ch" – coordinato da Cinzia Santo -, sta portando avanti la campagna di informazione e sensibilizzazione sui rischi uditivi legati all’ascolto della musica.

“I giovani che ascoltano musica in cuffia ad alto volume per più di un’ora al giorno in 5 anni rischiano di avere un danno all’udito – spiega Cinzia Santo -. Sono due i fattori che mettono a repentaglio il nostro udito: uno è il volume dell’ascolto e l’altro è il tempo di esposizione al livello sonoro. Occorre sempre considerarli contemporaneamente, un livello acustico basso ma su un lungo periodo, può essere altrettanto dannoso di un livello sonoro elevato, ma di durata breve. Inoltre il danno all’udito è difficile da rintracciare perché insorge lentamente, non è come uno choc acustico, immediatamente riscontrabile. Questo tipo di problematica insorge lentamente, nel tempo”.

Solo le cuffie quindi il problema?
“È preoccupante l’ascolto in cuffia, ma è preoccupante anche tutto il mondo che c’è intorno, dai locali pubblici, alle feste, ai concerti o le discoteche. È l’accumulo dell’esposizione alla musica che rende questo un nuovo problema della salute”.

Come ci si può cautelare senza dover evitare quello che comunque è un divertimento?
“Sensibilizzare è il primo passo. La campagna "unveroamico.ch" serve a far conoscere ai giovani un problema che ignorano completamente. Per salvaguardare il nostro preziosissimo apparato uditivo basta uscire da un locale dove c’è musica ogni mezz’oretta a far riposare le orecchie o ricorrere all’uso dei tappi in spugna, oppure dare dei tempi di riposo e di silenzio alle orecchie come facciamo con tutto il resto del corpo. Per esempio dopo un concerto ad alto volume è bene concedere al tuo udito almeno 12 ore di pausa.”

Quali sono i campanelli d’allarme?
“Fischi o ronzii stanno a significare un sovraccarico. L’orecchio va lasciato riposare”.

Cosa si rischia se non si interviene per tempo?
 “Il rischio è quello di avere dei giovani che a 30anni si trovano con un udito invecchiato. La Comunità Europea si è già soffermata su questo problema con leggi che obbligano i produttori di lettori mp3 a tarare, in linea teorica, l’audio dei loro prodotti sotto la soglia di rischio. Sta di fatto che ancora oggi la musica in cuffia arriva a toccare i 100 decibel, volumi che protratti nel tempo possono causare seri danni all’udito. A livello fisico ci può essere un abbassamento cronico dell’udito. Già questo può essere causa di problemi sociali, oltre che fisici. Una persona che non sente bene non comunica bene, viene compromessa la socializzazione. Oltre questo c’è il tinnitus, l’acufene, un fischio all’orecchio persistente che può esserci anche senza un abbassamento dell’udito e che può divenire molto fastidioso, fino a essere causa di disturbi psichici. A tal proposito il sito offre le testimonianze di due musicisti, Tony e Sebastiano, che raccontano la loro esperienza spiegando cosa vuol dire convivere col problema. È anche possibile confrontare quello che sarebbe l’ascolto di un brano musicale con e senza l’udito danneggiato”.

I danni sono a lungo termine?

“I danni sono permanenti. C’è chi è costretto a convivere anche con più fischi diversi, chi percepisce i suoni con frequenze diverse, chi persino sviluppa problemi psichici perché non riesce a gestire questo problema”.

Davide Milo

Foto Keystone
 

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