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SVIZZERA

L'ottimismo dopo l'incontro con Trump: «I dazi scenderanno»

Ne è convinto il presidente di Richemont Johann Rupert. Il caso diplomatico tra Berna e Washington? «Un fraintendimento»
IMAGO / MediaPunch
Fonte Ats Awp
L'ottimismo dopo l'incontro con Trump: «I dazi scenderanno»
Ne è convinto il presidente di Richemont Johann Rupert. Il caso diplomatico tra Berna e Washington? «Un fraintendimento»

ZURIGO - Johann Rupert, presidente di Richemont, reduce dall'incontro della settimana scorsa con Donald Trump alla Casa Bianca, è convinto che i dazi statunitensi sui prodotti svizzeri verranno ridotti. «È evidente che il 39% in vigore da agosto verrà abbassato», ha dichiarato oggi parlando con i giornalisti.

Rupert ha parlato di un «fraintendimento» tra Washington e Berna, che secondo lui «verrà chiarito entro questa settimana». A tal proposito, ieri una delegazione guidata dal consigliere federale Guy Parmelin ha incontrato l'amministrazione USA nella capitale americana.

Una settimana fa, insieme ad altri rappresentanti dell'economia privata elvetica, Rupert era volato negli Stati Uniti per sensibilizzare il presidente Trump sulle conseguenze dei dazi elevati. L'incontro si era svolto nell'Ufficio Ovale.

«Non abbiamo negoziato», ha precisato Rupert. «Non avevamo alcun mandato: spetta al governo svizzero. Supplicare ("pleading") è un'altra cosa rispetto a negoziare». Dialogare resta però preferibile al silenzio, e l'accesso diretto al presidente USA è stato «un privilegio». Rupert ha agito «in nome dell'economia svizzera».

Sul timing e sull'entità finale della riduzione Rupert precisa di non avere più informazioni di chiunque altro. «Dipende tutto da Trump», ha aggiunto. La questione Svizzera è solo uno dei tanti dossier sul tavolo del presidente.

Speculare sull'evoluzione a medio termine dei dazi sarebbe «poco professionale», ha risposto Rupert a chi chiedeva quali contromisure abbia adottato Richemont. «Potrebbero arrivare notizie concrete già questa o la prossima settimana».

L'impatto dei dazi nel primo semestre 2025/26 (chiuso a settembre) è stato limitato a circa 50 milioni di euro, ha quantificato il responsabile delle finanze di Richemont Burkhart Grund. Nel secondo semestre, invece, l'effetto sarà «significativo»: gran parte delle scorte è ancora in magazzino.

Critiche pesanti riguardo al viaggio negli USA della delegazione di imprenditori elvetici sono arrivate da Nick Hayek, CEO di Swatch, che in diverse interviste ha definito l'incontro alla Casa Bianca «una posizione di debolezza» e un «corteggiamento». La Svizzera dovrebbe mostrarsi più sicura di sé e combattere. Swatch, dal canto suo, si è già adeguata alzando i prezzi negli USA: «Alla fine a farne le spese saranno i consumatori americani», ha concluso Hayek.

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