Cerca e trova immobili
SVIZZERA

Gli stipendi salgono dell'1,8% nel 2023, ma l'inflazione sarà più alta

I lavoratori, secondo i dati, stanno però subendo in questi mesi un'alta perdita del potere d'acquisto
Depositphotos (Benri185)
Fonte Ats
Gli stipendi salgono dell'1,8% nel 2023, ma l'inflazione sarà più alta
I lavoratori, secondo i dati, stanno però subendo in questi mesi un'alta perdita del potere d'acquisto
NEUCHÂTEL - Nel 2023 i salari nominali in Svizzera sono aumentati dell'1,8% rispetto all'anno precedente: è l'ultima stima pubblicata oggi dell'Ufficio federale di statistica (UST). L'inflazione è però destinata ad essere più elevata.Dopo ogni t...

NEUCHÂTEL - Nel 2023 i salari nominali in Svizzera sono aumentati dell'1,8% rispetto all'anno precedente: è l'ultima stima pubblicata oggi dell'Ufficio federale di statistica (UST). L'inflazione è però destinata ad essere più elevata.

Dopo ogni trimestre i funzionari di Neuchâtel pubblicano valutazioni provvisorie per l'insieme dell'economia svizzera basate su dati cumulati delle buste paga. Il dato dell'1,8%, diffuso oggi dopo il terzo trimestre, è identico a quelli ipotizzati dall'UST superati rispettivamente i primi tre e i primi sei mesi dell'anno.

Se le previsioni dell'Ufficio di statistica si riveleranno corrette, concretamente questo significa che i lavoratori in Svizzera stanno subendo in questi mesi un'altra perdita del potere d'acquisto: le principali autorità, i maggiori istituti e le più grandi banche elvetiche (Segreteria di Stato dell'economia, Ocse, Banca nazionale, KOF, Economiesuisse, UBS, Fondo monetario internazionale, ecc.) prevedono infatti che quest'anno l'inflazione si attesterà a valori compresi fra il 2,2% e il 2,7%.

Il rincaro del 2023 sarà quindi a detta degli esperti di poco inferiore a quello del 2022, che si era attestato al 2,8%: questo dato, unito a una crescita dei compensi nominali limitata allo 0,9%, ha comportato l'anno scorso per i lavoratori dipendenti la più grave perdita di potere d'acquisto dai tempi della Seconda Guerra mondiale, precisamente dal 1942, quando i salari reali scesero del 4,5%. E la contrazione dell'anno scorso (-1,9%) fa seguito a quella già marcata del 2021, pari al -0,8%, che era stata la più forte dal 1979 (quando si registrò -1,5%).

Va anche osservato che il calo delle retribuzioni reali avviene in un momento di disoccupazione molto bassa (2,0% in ottobre secondo la Seco, 4,2% nel terzo trimestre stando all'Organizzazione internazionale del lavoro, ILO) e con le imprese che lamentano penuria di manodopera: una carenza che non è mai stata così grave, secondo le indicazioni odierne di Adecco. Allo stesso tempo aumenta peraltro la remunerazione del capitale: stando a uno studio internazionale della multinazionale finanziaria inglese Janus Henderson, quest'anno i dividendi aziendali dovrebbero raggiungere un livello record nel mondo.

🔐 Sblocca il nostro archivio esclusivo!
Sottoscrivi un abbonamento Archivio per leggere questo articolo, oppure scegli MyTioAbo per accedere all'archivio e navigare su sito e app senza pubblicità.
Entra nel canale WhatsApp di Ticinonline.

Sappiamo quanto sia importante condividere le vostre opinioni. Tuttavia, per questo articolo abbiamo scelto di mantenere chiusa la sezione commenti.

Su alcuni temi riceviamo purtroppo con frequenza messaggi contenenti insulti e incitamento all'odio e, nonostante i nostri sforzi, non riusciamo a garantire un dialogo costruttivo. Per le stesse ragioni, disattiviamo i commenti anche negli articoli dedicati a decessi, crimini, processi e incidenti.

Il confronto con i nostri lettori rimane per noi fondamentale: è una parte centrale della nostra piattaforma. Per questo ci impegniamo a mantenere aperta la discussione ogni volta che è possibile.

Dipende anche da voi: con interventi rispettosi, costruttivi e cortesi, potete contribuire a mantenere un dialogo aperto, civile e utile per tutti. Non vediamo l'ora di ritrovarvi nella prossima sezione commenti!
NOTIZIE PIÙ LETTE