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SVIZZERA

«Mio cugino è morto perché ha mangiato quella patatina»

Dominique (35 anni) è americano e vive nel canton Berna. È convinto che suo cugino sia deceduto a causa della One Chip Challenge
20Minuten/Marc Zangler
Fonte 20Minuten
«Mio cugino è morto perché ha mangiato quella patatina»
Dominique (35 anni) è americano e vive nel canton Berna. È convinto che suo cugino sia deceduto a causa della One Chip Challenge
BERNA - Prima i dolori allo stomaco, poi la morte. Il 14enne Harris Woloba è deceduto venerdì in un ospedale dello stato americano del Massachusetts, dopo avere partecipato alla One Chip Challenge: la sfida che prevede di mangiare la pa...

BERNA - Prima i dolori allo stomaco, poi la morte. Il 14enne Harris Woloba è deceduto venerdì in un ospedale dello stato americano del Massachusetts, dopo avere partecipato alla One Chip Challenge: la sfida che prevede di mangiare la patatina più piccante al mondo. Le cause della sua morte rimangono incerte, ma per suo cugino Dominique (35 anni) non ci sono dubbi: «Mio cugino è morto perché ha mangiato quella patatina», ha dichiarato a 20 Minuten l'espatriato che vive nel canton Berna. 

Dominique ha ricevuto la notizia dalla madre di Harris: «Mi ha detto che aveva ricevuto il pacchetto contente la chip da una compagna di classe. Dopo averla mangiata ha subito percepito dei dolori allo stomaco». Poi è tornato a casa: «Lì si è sentito un po' meglio. Ma è svenuto qualche ora dopo, mentre andava ad allenamento di basket». La madre ha immediatamente allertato un medico: «È stato trasportato in ospedale in ambulanza, dove purtroppo è morto», racconta Dominique.

La One Chip Challenge - L'obiettivo è quello mangiare una patatina contenente un'alta percentuale del peperoncino più piccante al mondo - il Carolina Reaper - e filmarsi mentre lo si fa. La settimana scorsa alcuni negozi svizzeri hanno ritirato il prodotto dagli scaffali. Ma per Dominique non basta: «Non si può permettere che questo prodotto continui a essere venduto. Ci sono troppi rischi. Vogliamo evitare che altre famiglie debbano subire la stessa cosa».

Secondo l'Ufficio federale per la sicurezza alimentare e veterinaria (Usav) non esiste una normativa che obbliga i punti vendita a indicare un'età minima o esporre un'avvertenza per i cibi piccanti. I venditori devono tuttavia garantire che il suo prodotto non rappresenti un rischio per i consumatori se usato come indicato.

Il ritiro dagli scaffali - Nel frattempo l'azienda produttrice ha ritirato il prodotto dal commercio. Sul proprio sito internet ha scritto di essere «dispiaciuta della morte» del giovane e di avere porto le proprie condoglianze alla famiglia. 

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