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SVIZZERALibertà di stampa, la Svizzera respinge le critiche

03.05.22 - 15:29
Il Consiglio federale non è a conoscenza di procedimenti giudiziari contro professionisti dei media.
Ti-Press
Fonte ats
Libertà di stampa, la Svizzera respinge le critiche
Il Consiglio federale non è a conoscenza di procedimenti giudiziari contro professionisti dei media.
La presunta violazione era stata segnalata lunedì sera da Irene Khan, la relatrice dell'ONU sulla libertà di stampa.

BERNA - La Svizzera respinge le critiche espresse dalla relatrice speciale dell'ONU in merito alla violazione della libertà di stampa insita in un articolo della legge sulle banche.

In una lettera a Irene Khan, l'ambasciatore svizzero presso l'ONU a Ginevra, Jürg Lauber, ha dichiarato che il Consiglio federale non è a conoscenza di procedimenti giudiziari avviati contro professionisti dei media sulla base dell'articolo 47 della legge sulle banche.

La Svizzera è impegnata nella protezione di tutti i diritti umani e riconosce l'importanza della libertà dei media per la democrazia e lo stato di diritto, ha scritto Lauber nella lettera. La libertà di stampa inoltre è protetta dall'articolo 17 della Costituzione federale e Berna sta lavorando a un piano d'azione nazionale per la sicurezza dei giornalisti, ha aggiunto.

In un'intervista pubblicata nell'edizione online del Tages-Anzeiger lunedì sera, la relatrice dell'ONU sulla libertà di stampa, Irene Khan, ha affermato che «la legge sulle banche è un esempio di criminalizzazione del giornalismo. È un problema che si riscontra normalmente negli stati autoritari». Khan ha aggiunto che intende sollevare la questione del segreto bancario in Svizzera al Consiglio dei diritti umani dell'ONU il 24 giugno.

A suo avviso la protezione globale del segreto bancario è contraria al diritto internazionale, compreso un articolo del Patto Civile delle Nazioni Unite e un articolo della Convenzione dei Diritti Umani. La Svizzera ha firmati questi documenti e deve quindi rispettarli, ha sottolineato Khan.

In base alla nuova normativa la trasmissione di certi dati bancari è punibile con pesanti sanzioni e persino con la reclusione, indipendentemente dal fatto che vi sia un interesse pubblico o meno. Le sanzioni sono molto severe e «questo ha un effetto dissuasivo e spinge i giornalisti a censurarsi», afferma Irene Khan.

In febbraio un consorzio di media internazionali riferirono che il Credit Suisse aveva accettato per anni autocrati, trafficanti di droga, sospetti criminali di guerra e trafficanti di esseri umani come clienti. I media svizzeri aveva rinunciato a partecipare all'inchiesta, perché i giornalisti rischiavano un procedimento penale, aveva precisato il Tages-Anzeiger su Twitter. In seguito alle rivelazioni di "Suisse Secrets", la Commissione dell'economia e dei tributi del Consiglio nazionale aveva deciso di affrontare nel secondo trimestre di quest'anno la questione della libertà di stampa.

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COMMENTI
 

Gus 1 anno fa su tio
Quindi questa signora afferma il falso e trova sostegno dai soliti sinistroidi?

vulpus 1 anno fa su tio
Risposta a Gus
È evidente che se questa signora ha tempo per denunciare una questine di questo genere è perchè ha avuto qualche imbeccata dei soliti che vedono le banche come il nemico principale da abbattere. Si potrebbe suggerire, magari di dedicarsi magari a qualche altra nazione che della censura in tutti i campi , ne ha fatto un'arma per distruggere territori e popolazione?

Aldina Fum 1 anno fa su tio
Risposta a Gus
Non si può essere più ottusi: se leggi bene l'articolo, questa signora (che è avvocato e ha lavorato per i diritti umani e i rifugiati in seno all'ONU e Amnesty International, quindi sa di cosa parla) dice che la libertà di stampa è minacciata dall'articolo 47 della legge sulle banche (segreto bancario) e rivelare relazioni bancarie porta a sanzioni severe. L'esempio del CS parla da sé, nessun giornalista svizzero ha voluto partecipare all'inchiesta internazionale, perché mai? Che non ci sia nessun imputato non significa niente, anzi dimostra che la stampa è imbavagliata preventivamente. E se non credi che tra i clienti di CS (e sicuramente altre banche) non ci siano o ci siano stati autocrati, trafficanti di droga, sospetti criminali di guerra eccetera, allora sei più che ottuso... l'ultimo caso i milioni di Mubarak, milioni rubati agli egiziani che fanno la fame, insomma un angioletto...
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