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SVIZZERA

«Trasferite altrove i pazienti di terapia intensiva»

L'appello ai Cantoni affinché effettuino trasferimenti sovraregionali da un’occupazione dell’80% negli ospedali
«Trasferite altrove i pazienti di terapia intensiva»
Keystone - foto d'archivio
«Trasferite altrove i pazienti di terapia intensiva»
L'appello ai Cantoni affinché effettuino trasferimenti sovraregionali da un’occupazione dell’80% negli ospedali
BERNA - I reparti di cure intense degli ospedali svizzeri stanno raggiungendo il loro limite di capacità di posti letto. Nella regione del lago Lemano, nell’Espace Mittelland e nella Svizzera nordorientale - fa sapere l'Aggruppamento Dif...

BERNA - I reparti di cure intense degli ospedali svizzeri stanno raggiungendo il loro limite di capacità di posti letto. Nella regione del lago Lemano, nell’Espace Mittelland e nella Svizzera nordorientale - fa sapere l'Aggruppamento Difesa della Confederazione - i posti di terapia intensiva certificati sono già totalmente occupati, come pure l'80% dei posti supplementari creati per far fronte alla pandemia.

Il servizio sanitario coordinato (SSC), la Conferenza delle direttrici e dei direttori cantonali della sanità (CDS), H+ Gli ospedali svizzeri e la Società svizzera di medicina intensiva (SSMI) si rivolgono dunque congiuntamente ai Cantoni e agli ospedali: «Effettuate trasferimenti sovraregionali di pazienti a partire da un’occupazione dell’80%, per mantenere la capacità d’accoglienza regionale».

Il servizio di coordinamento nazionale, gestito dalla Guardia aerea svizzera Rega, è a disposizione per gestire i trasferimenti a livello svizzero 24 ore su 24. I trasporti vengono effettuati su incarico dell’ospedale, con il servizio d’ambulanza regionale o mediante soccorso aereo. Ma a partire da un’occupazione dei reparti di cure intense del 90%, sarà il coordinamento nazionale a muoversi per primo, proponendo agli ospedali trasferimenti di pazienti in altri cantoni.

Il SSC, la CDS, H+ e la SSMI definiscono inoltre che «siano differiti interventi chirurgici non urgenti». Inoltre, «non è possibile scegliere liberamente l’ospedale di destinazione» ma «i parenti, gli specialisti, gli ospedali e i Cantoni danno prova della solidarietà che tradizionalmente caratterizza il nostro Paese».

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