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Le nostre serie tv preferite di questo 2022

CINEMALe nostre serie tv preferite di questo 2022

29.12.22 - 06:30
Le scelte della redazione di tio.ch in un'annata senza grandi picchi ma con alcune chicche memorabili
Netflix/Disney+
Le nostre serie tv preferite di questo 2022
Le scelte della redazione di tio.ch in un'annata senza grandi picchi ma con alcune chicche memorabili

SAVOSA - Anche per le serie televisive è tempo di bilanci in un 2022 che, molto probabilmente, non entrerà negli annali per grandi sorprese. I motivi sono tanti, da una parte i "postumi" della pandemia dall'altra una normalizzazione generale dell'offerta. Malgrado ciò, in questo mare più o meno calmo, ci sono stati dei picchi e/o delle cose che ci sono davvero piaciute. Eccole qua. E voi? Cosa avete guardato?

"Boris 4" - Disney+
Una quarta stagione attesa da anni e che ha soddisfatto le (altissime) attese dei fan di quella che è senza dubbio la serie di massimo culto in Italia. La sgangherata troupe televisiva entra a pieno titolo nell'era dello streaming e deve realizzare una "Vita di Gesù" per la Piattaforma - e fare i conti con il gelido e inflessibile Algoritmo. Le cose andranno come ci si può immaginare, avendo a che fare con René, Stanis, Corinna e tutti gli altri. "Boris 4" mostra ancora tutti gli elementi che l'hanno reso un prodotto mitico e li attualizza, evitando l'effetto nostalgia e confezionando una serie di episodi divertenti, emozionanti e coinvolgenti. (Fabio Caironi)

"Keep Sweet: Pray and Obey" - Netflix
“Keep sweet: Pray and Obey”, è una serie documentaristica da quattro puntate, una panoramica sull’ascesa al potere di un uomo, Warren Jeffs, nella Chiesa fondamentalista di Gesù Cristo dei Santi degli ultimi giorni. È una serie che parla di manipolazione mentale e di, purtroppo, stupri ai danni anche di bambine. È una serie da vedere nonostante lo schifo e la rabbia che provoca. Perché mette in luce un mondo che è stato costruito sotto gli occhi di tutti e che in troppi, per anni, hanno finto di non vedere. Perché è l’ennesimo caso in cui in nome di “qualcosa di più grande” la donna perde il diritto d’esser persona. (Chiara Gallé)

"Odio il Natale" - Netflix
Sì, non vincerà il premio per la migliore regia, e nemmeno per l'interpretazione, ma "Odio il Natale" è sicuramente una delle migliori serie italiane prodotte dalla piattaforma. Ritmato, simpatico, a tratti anche profondo, l'adattamento italiano della serie norvegese "Natale con uno sconosciuto" risulta piacevole. Non è infatti difficile immedesimarsi nella protagonista (interpretata da Pilar Fogliati) alla ricerca disperata di un principe azzurro che possa presentare ai suoi genitori a Natale. Ripeto: non bisogna guardarlo con la speranza di trovarci la rivelazione della vita, ma durante le feste è una piacevole compagnia. (Alessandra Ferrara Biondo)

“Space Force - Stagione 2” - Netflix

Steve Carell nel ruolo di boss comico è ormai una certezza. La seconda stagione di Space Force ha confermato il successo della prima. Un Michael Scott in versione generale americano pluristellato a capo del nuovo ramo dei servizi spaziali delle forze armate degli Stati Uniti. Il contesto è diverso, eppure la base aerospaziale in Colorado ricorda sicuramente la sede Dunder Mifflin di Scranton. I riferimenti però sono delicati e non impediscono alla trama di “Space Force” di sviluppare una narrativa propria. Purtroppo la serie non avrà un seguito. La tanto attesa stagione tre non vedrà la luce a causa dei costi eccessivi di produzione. Un peccato.  (Simone Roncoroni)

“Andor” - Disney +
Come l'anno scorso sono in bilico sentito fra due serie, questa che alla fine ho scelto, e “The Bear” entrambe su Disney + in un'annata che ha visto Netflix assieparsi ancora di più e convergere sulla massa, lasciando un po' da parte la ricercatezza. Alla fine la spunta “Andor” che nei suoi otto episodi prende il mondo di “Star Wars” e lo gira a testa in giù in una maniera davvero incredibile. Uno sforzo destrutturante e un rischio assurdo - soprattutto per una casa conservatrice come Disney e per un marchio famigliare (in tutti sensi) come quello di Guerre Stellari - che però paga tantissimo e rende uno dei prodotti meno attesi dell'anno uno dei più riusciti. (Filippo Zanoli)

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