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CANTONE/ITALIA

«Dalla Mesolcina a Roma per fare musica. La mia depressione? Non avevo stimoli»

Christel Balzano, in arte Raindog, pubblica oggi il suo primo album dopo un lungo percorso di studio e di vita nella Città Eterna, dove vive.
«Dalla Mesolcina a Roma per fare musica. La mia depressione? Non avevo stimoli»
Robin Albertini
«Dalla Mesolcina a Roma per fare musica. La mia depressione? Non avevo stimoli»
Christel Balzano, in arte Raindog, pubblica oggi il suo primo album dopo un lungo percorso di studio e di vita nella Città Eterna, dove vive.

ROMA - Dalla Mesolcina a Roma per inseguire il suo sogno, perché «volevo studiare musica seriamente, sotto il punto di vista teorico e tecnico». Lei è Christel Balzano, in arte Raindog, 31-enne cantautrice e musicista grigionese che dal 2018 vive nella Città Eterna, dove ha conseguito bachelor e master in pop-music. «Mi è stato consigliato il Saint Louis College of Music - racconta l'artista - ed effettivamente si è rivelata la scelta migliore per me, sia dal punto di vista dell'istruzione sia come esperienza di vita».

Christel, a Roma però, finiti gli studi, ci sei rimasta. Com'è la tua vita nella Città Eterna?
«Caotica. Ma adesso che mi sono abituata mi trovo molto bene, all'inizio è stato necessario adattarsi: dalla Val Mesolcia a Roma il numero di persone è molto diverso»

Dopo lo studio, le tue canzoni: il 21 gennaio esce il tuo primo album, intitolato "All Of The Monsters".
«Quello che è successo con le mie canzoni è stata la conseguenza del trovarsi a confronto con tanta musica e tanti modi diversi di viverla e interpretarla, dunque è stata un'evoluzione naturale delle cose. Tante canzoni erano in fase embrionale in Svizzera, poi spostandomi a Roma sono entrata in contatto con tanti modi di fare, vivere e interpretare musica. Non ultimo l'incontro con Giulio Scipioni, Mauro Cola e Simone D'Andrea, co-produttori dell'album che danno un apporto unico alle sonorità dei brani».

In All Of The Monsters scavi nella profondità della tua vita, sfiorando problemi che ti hanno toccato da vicino, come la depressione.
«È stata un'assenza di stimoli, non avevo voglia di fare niente, ero sempre stanca e facevo fatica a esprimermi. Mi ha aiutato la musica. Ne parlo nella quarta traccia, "Empty Box", che mi ha aiutato a esprimere ciò che non riuscivo a vivere. Per il resto mi sono aggrappata a qualsiasi cosa che potesse aiutarmi a stare un pochino meglio, come ad esempio l'amico che viene a prenderti a per fare un giro in auto. Mi sono sforzata di fare quelle piccole cose che ti aiutano a svagarti. Ma ci vuole tempo».

Il senso di vergogna per non essere «realmente una brava persona», l'esperienza delle nostre vite sospese durante la pandemia, la paura e gli incubi che ci bloccano, l'incapacità di agire e di saper rischiare, il senso di colpa nel non saper lenire il dolore altrui. Quale tra questi temi che affronti in "All Of The Monsters" ti tocca più da vicino, ancora oggi?
«Nel disco ogni canzone rappresenta un mostro e ognuno di loro è un'emozione. Ecco, anche se restano cicliche, queste emozioni sono state superate accettando dentro me il fatto di essere umana, perché le emozioni esistono e vanno vissute liberamente. E anche se non sono positive hanno sempre qualcosa da insegnarci, come volersi un po' più bene».

Ti racconti in musica attraverso ballad e brani dalla vena dark ed elettro pop, fusi in una miscela elettronica di generi e influenze: rock alternativo, trap, drum'n'bass, folk e jazz.
«Spesso mi chiedono "che genere fai?". Direi elettro-pop forse ma ci sono tante influenze che vengono dall'ascolto di tanta musica. Ho ballato hip hop e ci sono cresciuta, alle medie ho ascoltato metal e rock, poi durante il percorso di studi sono arrivati il jazz e il pop e i miei collaboratori ascoltano altro. Quindi tutto si fonde lavorando in un progetto solista con modalità da band: ognuno porta il suo suono e le sue peculiarità»

Hai un artista di riferimento?
«Tom Waits. E il mio nome d'arte Raindog è un omaggio a lui e al suo album "Rain Dogs". Lui ha coniato il termine riferendosi ai cani che lasciano casa ma che, a causa della pioggia, perdono la strada del ritorno. Mi ci sono ritrovata, ma nell'eccezione positiva, quella di provare a cambiare, rischiare e andare per la propria strada»

Canti e scrivi in inglese.
«Ogni volta che cerco di scrivere in italiano non lo sento autentico. Parto dai testi e dalle melodie, semplicemente mi vengono in inglese e io assecondo questa cosa, senza per forza direzionarla da un'altra parte».

Ti vedremo dal vivo dopo la pubblicazione dell'album?
«Al momento sto lavorando allo spettacolo live con la mia band quindi sicuramente usciranno delle date, ma per ora ancora nulla di pianificato».


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