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"In cucina con Paris" non è un programma di (buona) cucina

STATI UNITI"In cucina con Paris" non è un programma di (buona) cucina

25.08.21 - 06:30
Il buon cibo non è sicuramente il protagonista. Ma vince la leggerezza e l'amicizia ai fornelli
Netflix
"In cucina con Paris" non è un programma di (buona) cucina
Il buon cibo non è sicuramente il protagonista. Ma vince la leggerezza e l'amicizia ai fornelli

LOS ANGELES - Se amate gli show di cucina, o semplicemente il buon cibo, "In cucina con Paris" non fa per voi. Se invece adorate i brillantini, gli unicorni e il mondo dei Vip, allora è il vostro programma. 

Anche se è ambientato nella nuovissima cucina della famosa ereditiera, le ricette e il buon cibo non sono decisamente i protagonisti. A dirla tutta, Paris Hilton non sa proprio cucinare. Ma questo non ha impedito a Netflix di ingaggiarla per uno show di sei puntate. 

Una ricetta, giusto per rendere l'idea del programma, sono i marshmallow blu con i brillantini (edibili, per fortuna). La preparazione consiste nel comprare i marshmallow (sì, avete capito bene), scioglierli al microonde, aggiungere il colorante blu e i brillantini. Et voilà, buon appetito. 

Gli episodi, che durano circa una mezzoretta, ospitano tutte un vip: da Kim Kardashian a Demi Lovato, da Lele Pons a Nikki Glaser. Tutti con doti culinarie pari o di poco superiori a quelle di Paris Hilton. Solo Kim Kardashian sembrava partita bene («Cucino sempre per i miei figli») ma poi non ha saputo distinguere un frullatore da una planetaria. E meno male esiste Google, che ha potuto spiegare alla cuoca in erba cos'è la scorza di limone. 

Per i deboli di cuore consiglierei di saltare la puntata con Demi Lovato, dedicata al cibo italiano. Per rendere l'idea, nella caprese è stato aggiunto il basilico con tanto di "rametti", non foglia per foglia (tralasciando il fatto che è stata condita con una crema di aceto balsamico). 
Il culmine è stato forse raggiunto quando le due hanno provato a fare la pasta per i ravioli rosa: quando si sono trovate in difficoltà, hanno continuato ad aggiungere olio d'oliva all'impasto. Risultato: impossibile da stendere. Ma Paris non si è fatta trovare impreparata, e dal frigo ha estratto dei ravioli confezionati. Ottima idea per quel che dovrebbe essere un programma di cucina, no? 

Alla fine della puntata l'ereditiera insieme all'ospite di turno siede a tavola (sempre addobbata a tema) e, con molto coraggio, "gusta" quanto preparato. 

Ma il programma non è solo cibo: particolare risalto viene dato agli outfit, rigorosamente sempre ispirati alla puntata (immancabili i tacchi vertiginosi). Non si separa mai nemmeno dai suoi guanti a mezze dita, sempre di pizzo, non proprio l'ideale per cucinare (inutile raccontare che fine fanno quando incontrano i marshmallow fusi). E alcuni utensili da cucina sono proprio da lei, come la paletta a forma di scarpa con tacco a spillo.

Se proprio bisogna trovare un pregio a questo programma, probabilmente è l'autoironia di Paris e degli ospiti, non sempre scontata in un mondo che fa dell'apparenza una ragione di vita. Pur combinando un pasticcio dietro l'altro, non risulta mai antipatica. Ci si rende conto che vive semplicemente in un altro mondo, distaccato anni luce da quello di noi comuni mortali. 

Ma dopo aver visto tutte e sei le puntate, una domanda rimane: chi glielo ha fatto fare? 

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