PROVA SU STRADAToyota RAV4: In fuga dall’anonimato

DO YOUE SPEAK AMERICAN? - I numeri a volte raccontano solo metà della storia, ma in alcuni casi contengono anche le risposte che si stanno cercando. Nel nostro caso parliamo delle cifre di vendita della Toyota RAV4, che da 1994 ad oggi è stata venduta in oltre 4,5 milioni di esemplari, di cui 1,2 milioni destinati all’Europa. Poco più di un quarto. Potrebbe essere questo il motivo se nella quarta generazione del SUV giapponese (uno dei fondatori del segmento) vediamo dei lineamenti molto più vicini ai parametri statunitensi, un mercato notoriamente importante per la Toyota. L’anteriore è deciso, ma il posteriore lascia perplesso per quello “scalino” che si crea tra i fari posteriori e il lunotto. Si è lasciata alle spalle un po’ dell’anonimato e delle linee semplici del passato, e questo avrà le sue chiare conseguenze, e cioè che non potrà piacere a tutti.

ERGONOMIA ECCELLENTE E TANTO SPAZIO - Il che è un vero peccato, perché fermandosi alle apparenze si rischia di perdere la sostanza della vettura, che per noi è stata una bella scoperta. A cominciare dai materiali dell’abitacolo, solitamente il tasto dolente delle vetture nipponiche. Chiaramente qualche economia tipica del Sol Levante emerge confrontandola con la concorrenza del vecchio continente, ma i materiali come detto sono di bell’aspetto. Pregevole la presenza della pelle su parte della plancia, quest’ultima vanta peraltro un’ergonomia eccellente valorizzata anche da un sistema di infotainment piuttosto intuitivo anche per chi non ha idea di cosa significhi questa parola. A mancare non è certamente lo spazio, in quanto il bagagliaio (cresciuto, pensate, di 167 litri) ne offre in abbondanza con i suoi 577 litri. È semmai il sistema di fissaggio del carico a necessitare di qualche rivisitazione, impiegando magari un dispositivo “a binari” come quello creato da Hyundai ispirandosi alle famigliari tedesche.

SILENZIOSA, COMDA E PURE BRILLANTE - Lo spazio non manca nemmeno per i passeggeri. Che siano seduti davanti o dietro saranno comodi proprio come chi sta al posto guida. La seduta comoda è uno degli aspetti che assieme alla silenziosità fanno della RAV4 un’automobile particolarmente confortevole. Il cambio a variazione continua Multidrive (CVT) si abbina inspiegabilmente bene ad un propulsore relativamente poco potente (150 i cavalli) e tiene il regime del 2 litri benzina sempre basso anche in caso di salite. Il cambio è inoltre coinvolgente se usato nella modalità manuale con le apposite palette ubicate dietro il volante, ed il 4 cilindri non è avaro nell’offrire prestazioni brillanti. L’assetto particolarmente morbido però non ne fanno una cacciatrice di curve, in particolare perché soffre parecchio durante i trasferimenti di carico più pretenziosi che fanno subito affiorare i suoi limiti, ben gestiti dagli aiuti di guida elettronici.

QUANTO MI CONSUMI! - Questo non significa però che la RAV4 non sia un’automobile piacevole. Nell’uso quotidiano è maneggevole ed è stata utilizzata con piacere anche dal sottoscritto, solitamente avvezzo a destreggiarsi con ben altra tipologia di automobile. I consumi però non si sono rivelati così bassi quanto sperato, visti i 9,5 litri registrati ogni 100 chilometri. Non certo colpa della trazione integrale, che in condizioni normali trasferisce il 100% della coppia all’asse anteriore proprio per evitare gli sprechi di benzina. Quest’ultima si rivela peraltro abbastanza efficace nel fuoristrada leggero, dove di tanto in tanto torna pure utile la discesa assistita.

Il suo prezzo, che per la vettura da noi provata si assesta a ridosso dei 50'000 franchi, non è proprio economico sebbene la dotazione  avesse davvero tutto quanto si possa richiedere ad un’auto di fascia media. Resta sempre la domanda se davvero la si preferisce ad una tradizionale concorrente Europea. Chi non è schizzinoso sotto questo aspetto, troverà probabilmente nella RAV4 una buona compagna di vita.