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ITALIAGuerra ibrida: ecco perché l'Italia è sotto attacco

01.06.22 - 06:30
«Bisogna vedere la sicurezza come se fosse una catena: colpire l'Italia per poi colpire anelli molto vicini».
Depositphotos (AndrewLozovyi)
Guerra ibrida: ecco perché l'Italia è sotto attacco
«Bisogna vedere la sicurezza come se fosse una catena: colpire l'Italia per poi colpire anelli molto vicini».

ROMA - La minaccia di una «guerra globale». Il momento di «distruggervi». E «i danni irreparabili» promessi. Qualche settimana fa il collettivo hacker filorusso Killnet ha annunciato che sarebbe sceso in campo contro dieci Paesi, ma spulciando le testate internazionali uno solo, l'Italia, sembrerebbe al momento al centro di tutte le attenzioni. Abbiamo cercato di capirne il motivo.

Dal 24 febbraio a oggi si è svolta più in sordina - ma non con meno importanza - una guerra a lato di quella che si sta attualmente combattendo sul campo con droni, artiglieria pesante e morti in Ucraina. A livello cibernetico c'è un certo movimento che è prima rimasto circoscritto alle aree geografiche in cui si sta svolgendo il conflitto e che ora, man mano, a misura di sanzioni, sta prendendo sempre più ampiezza.

Segni premonitori - I primi di maggio il quotidiano tedesco Der Spiegel ha riportato che nel corso di una sola settimana si erano verificati svariati attacchi informatici a danno dei portali del Bundestag, del Ministero della Difesa, del sito personale del cancelliere Olaf Scholz e della Polizia di Stato. Le autorità di sicurezza tedesca avevano ipotizzato come responsabile il gruppo di attivisti filorussi Killnet. L'Ufficio centrale per la lotta alla criminalità su internet aveva quindi avviato un'indagine in merito.

Nello stesso periodo nel Regno Unito, portali come The Sun e Metro, affermavano che degli hacker russi avrebbero lanciato un attacco informatico contro delle strutture ospedaliere britanniche. Voci mai confermate.

L'inizio di una guerraPoi, il 16 di maggio, il collettivo Killnet ha dichiarato ufficialmente la guerra ibrida a dieci Paesi. Ciononostante sembrerebbe che solo uno tra questi sia al centro di tutte le sue attenzioni: l'Italia.

Di giorno in giorno i quotidiani nazionali riportano infatti minacce indirizzate al Paese e notizie di possibili attacchi, l'ultimo dei quali sarebbe avvenuto lunedì. Per capire meglio per quale motivo l'Italia sembrerebbe essere la vittima prediletta abbiamo interpellato il responsabile del Servizio d'informatica forense Alessandro Trivilini.

«Siamo in una fase di grooming, di movimento. Un dato gruppo cerca d'intimidirne un altro. E ha senso che al momento ci sia una certa concentrazione su un solo Paese», spiega Trivilini che vede nell'Italia tanto un punto di riferimento quanto un bersaglio privilegiato: «Pensiamo al suo leader, Mario Draghi, che è molto importante e autorevole, e che spicca all'interno della politica europea. Questa sua posizione lo rende un obiettivo valido da colpire attraverso gli attacchi cibernetici».

«Bisogna vedere la sicurezza come se fosse una catena: colpire l'Italia per poi colpire anelli molto vicini, contaminarli».  Questo in quanto «siamo tutti collegati a livello cibernetico. Un disagio all’Italia, potrebbe avere un impatto sulle nazioni confinanti, nel caso in cui per esempio vengano attaccate infrastrutture critiche dei trasporti». Tuttavia, continua Trivilini, «la strategia degli attaccanti è molto più complessa di quello che si possa pensare».

«Il fatto che l'Italia sia stata minacciata oggi (lunedì, ndr.), non significa che in altri Paesi questi non si siano verificati degli attacchi. Per essere colpita una nazione non deve essere minacciata pubblicamente prima. Non stiamo parlando di carri armati, ma di mosse più delicate e silenti».

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