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GUERRA IN UCRAINA

Come si ferma la macchina bellica russa? «Bloccando le forniture di olio motore per i carri armati»

Kristofer Harrison, presidente del gruppo statunitense Dekleptocracy che studia l'economia di guerra della Russia: «Un'azienda cinese soddisfa ora gran parte della domanda russa. Non servono le altre sanzioni»
Foto Deposit
Fonte BBC
Come si ferma la macchina bellica russa? «Bloccando le forniture di olio motore per i carri armati»
Kristofer Harrison, presidente del gruppo statunitense Dekleptocracy che studia l'economia di guerra della Russia: «Un'azienda cinese soddisfa ora gran parte della domanda russa. Non servono le altre sanzioni»

KIEV/MOSCA/LONDRA - Ci sarebbero delle sanzioni "oscure" e non prese ancora in considerazione dall'Occidente che potrebbero mettere in seria difficoltà la macchina della guerra russa: il blocco delle forniture di olio motore per i carri armati.

Ne parla in un articolo la BBC, citando le affermazioni di Kristofer Harrison, presidente del gruppo Dekleptocracy che studia l'economia di guerra del Paese che dal 2022 porta avanti il conflitto in Ucraina.

Harrison considera «le sostanze chimiche utilizzate nei lubrificanti e negli pneumatici dei veicoli militari» dell'esercito di Putin come «potenziali vulnerabilità».

E chi soddisfa questo bisogno meccanico vitale per la sopravvivenza delle forze di assalto di terra dell'armata russa? La Cina. Il gruppo di cui Harrison è presidente ha scoperto che un'azienda cinese - la Xinxiang Richful - «soddisfa ora gran parte della domanda russa, fornendo fino a otto milioni di chilogrammi all'anno». Richful - rivela l'analista - ha recentemente aperto una sede in Virginia. «Bloccare questa, così come alcuni fornitori più piccoli, creerebbe una carenza di lubrificanti meccanici in Russia, che danneggerebbe seriamente la macchina bellica russa», anche in considerazione «degli attacchi il mese scorso alle più grandi compagnie petrolifere del Cremlino».

Per il presidente di Dekleptocracy, i precedenti cicli di sanzioni che hanno interessato le compagnie energetiche russe, le banche, le società di forniture militari, le flotte ombra di navi che trasportano petrolio russo, sono servite a poco o comunque non a indebolire le capacità militari delle forze armate russe.

Per questo Harrison rileva che «le sostanze chimiche utilizzate per produrre lubrificanti meccanici e pneumatici di livello militare rappresentano una vulnerabilità che i politici di Stati Uniti, Regno Unito e Unione Europea potrebbero sfruttare», in quanto «difficili da sostituire ed essenziali per la capacità di Mosca di schierare carri armati e combattere».

Al mondo esistono solo una manciata di aziende che producono questi additivi e la gran parte ha smesso di vendere sul mercato russo: la carenza di queste sostanze è stata colmata dall'arrivo sul campo di battaglia di prodotti made in Cina.

Tom Keatinge, direttore del centro finanziario e di sicurezza del Royal United Services Institute, il principale think tank sulla difesa del Regno Unito, alla BBC ha affermato che «le scoperte di Dekleptocracy rappresentano un lavoro prezioso e la prova che gli obiettivi delle sanzioni restano. «Finché la Russia riuscirà ad acquisire con successo i componenti necessari per il suo esercito e finché riuscirà a vendere con successo il suo petrolio, potrà continuare la sua azione militare».


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