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Un bilancio di genere

Simona Rossini, Candidata Lista 1 LEGA e Indipendenti, Mendrisio, Candidata al Municipio n. 3, Candidata al CC n. 2
Simona Rossini
Un bilancio di genere
Simona Rossini, Candidata Lista 1 LEGA e Indipendenti, Mendrisio, Candidata al Municipio n. 3, Candidata al CC n. 2
Prendo spunto da una domanda che mi è stata posta poco tempo fa riguardo al bilancio di genere introdotto a Mendrisio, da un punto di vista femminile.Io non sono una sostenitrice delle quote rosa ad oltranza e per obbligo imposto da qualche regolame...

Prendo spunto da una domanda che mi è stata posta poco tempo fa riguardo al bilancio di genere introdotto a Mendrisio, da un punto di vista femminile.

Io non sono una sostenitrice delle quote rosa ad oltranza e per obbligo imposto da qualche regolamento. Parteggio più per un’educazione delle ragazze all’indipendenza economica che è lo strumento della vera libertà femminile e che è sicuramente data da lavori retribuiti dignitosamente e da percentuali occupazionali che non rasentino il ridicolo.

Ci troviamo confrontati con un mondo del lavoro che in tanti settori prettamente femminili, offre percentuali al 20 o al 50% con la scusa del ricambio del personale ma in realtà per non pagare oneri sociali e favorire frontalieri non qualificati per retribuire meno i lavoratori. Così facendo si obbliga una ragazza che vuole rendersi indipendente dai genitori a dover scegliere una convivenza o di affidarsi alle prestazioni sociali. E allora dove va a finire la libertà per la quale tanto hanno faticato le nostre mamme o nonne? Per questo io insisterò sempre sull’educazione delle ragazze a rendersi libere ed indipendenti piuttosto che sulle quote rosa imposte dall’alto. Ben vengano i bilanci di genere ma che servano davvero per favorire la conciliabilità famiglia e lavoro, inserendo asili nido e dopo scuola più flessibili ed accessibili a tutte le tasche, supporto reale e pratico a famiglie monoparentali dove solitamente la donna è più sacrificata, indirizzi le aziende a favorire lavoratrici residenti e formi le nostre giovani in professioni dove davvero possono realizzarsi.

I bilanci di genere possono fare la differenza nel dare un esempio dal pubblico al privato ma la vera educazione deve partire da noi, dalle famiglie, dalle nostre scuole e rivolgersi direttamente alle donne che si affacciano o si riaffacciano al mondo del lavoro. Una ragazza deve essere consapevole che in qualsiasi professione deve poter accedere al 100 % di grado di occupazione per essere libera veramente da ogni vincolo della società e poter ambire ad una carriera appagante. Dovrà poi poter contare sui servizi citati prima che un bilancio di genere può sicuramente introdurre e costantemente migliorare.

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