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CANTONEIl Cantone «faccia un ultimo tentativo per una soluzione condivisa»

22.04.21 - 13:44
La richiesta è contenuta nel rapporto sull'autogestione firmato questa mattina in Commissione sanità e sicurezza sociale
TIO/20M/GIORDANO
Il Cantone «faccia un ultimo tentativo per una soluzione condivisa»
La richiesta è contenuta nel rapporto sull'autogestione firmato questa mattina in Commissione sanità e sicurezza sociale
Il rapporto chiede al Consiglio di Stato di designare una figura «autorevole e riconosciuta» dalle parti a cui affidare la mediazione per individuare spazi alternativi (anche fuori dal Luganese) e definire una nuova Convenzione.

BELLINZONA - La discussione sull’ex Macello di Lugano è pronta per approdare anche sui tavoli del Gran Consiglio. A quasi un mese dalla prima fumata nera, il rapporto unico confezionato a quattro mani da Tiziano Galeazzi (UDC) e Raoul Ghisletta (PS) ha finalmente accolto questa mattina le firme necessarie in Commissione Sanità e sicurezza sociale mettendo fine a un lungo percorso ad ostacoli tra rinvii, dubbi di alcuni commissari e interpellanze pendenti. Il tutto con il rinnovo degli esecutivi e dei legislativi comunali a fare da sfondo.

Va detto che il rapporto non ha fatto l’unanimità attorno al tavolo commissionale. E infatti alcune forze politiche, come il PLR e i Verdi, hanno deciso alla fine di non impugnare la penna, come ci conferma il presidente del gremio, Massimiliano Robbiani. A sbloccare la situazione sono state invece le firme dei commissari del PPD, che hanno «di fatto avallato il rapporto», che fino a quel momento poteva contare già sull’adesione della Lega, dell’UDC e del Partito socialista.

Il dibattito dovrà comunque attendere alcune settimane. Considerati i tempi stretti che ci separano dalla prossima seduta del legislativo cantonale - che prenderà il via il 3 maggio -, il tema slitterà all’ordine del giorno nella penultima tornata parlamentare (in agenda a cavallo tra la fine di maggio e l’inizio di giugno) prima della pausa estiva. Un intervallo sicuramente lungo ma che consentirà ai deputati di affrontare la questione tenendo conto anche degli sviluppi in riva al Ceresio.

Per una «soluzione condivisa»: il rapporto
Ma cosa chiede in sostanza il rapporto? Le conclusioni sono a grandi linee quelle che erano già emerse nel corso delle settimane passate. In sintesi viene chiesto che il Cantone si attivi celermente sulla questione, adoperandosi per un ultimo tentativo volto a trovare una soluzione condivisa.

Come? Designando in primis una figura «autorevole e riconosciuta da tutte le parti» che nel 2002 firmarono la Convenzione a cui affidare un ruolo di mediazione nelle discussioni. Con due obiettivi: identificare spazi alternativi e definire una nuova Convenzione. E sarà una ricerca di spazi, come precisa Tiziano Galeazzi al telefono, che dovrà «prendere in considerazione l’intero raggio ticinese» e non più solo il Luganese. Inoltre, per la fine di maggio «bisognerà anche vedere cosa succederà sul fronte luganese. Ma - conclude il deputato UDC - è importante che se ne discuta anche in Parlamento». 

Dal 2012… a una rapida escalation
La questione del CSOA ha impegnato i commissari per un paio di mesi, sin dalla fine dello scorso febbraio, dopo aver riesumato una mozione che giaceva nei cassetti ormai dal lontano 2012 e che era stata presentata a suo tempo dai deputati Fabio Schnellmann, Gianrico Corti e Roberto Badaracco. Ne scaturisce così un primo rapporto a cui poi se ne aggiunge un secondo. Gli eventi però subiscono un’accelerazione dopo gli scontri dell’8 marzo alla stazione di Lugano e così - nell’attesa di vedere quale sarebbe stata la reazione dell’esecutivo luganese - i commissari congelano le firme ed esplorano la possibilità di ritornare su un’unica strada. Eventualità che poi prenderà concretamente forma.

Nel frattempo però il Municipio di Lugano non leva il piede dal gas. E infatti, dopo un primo rinvio della discussione, il 18 marzo viene decisa la disdetta della convenzione a tre teste sottoscritta da Città, Cantone e Associazione Alba il 18 dicembre del 2002, con tanto di termine di 20 giorni concessi all’autogestione dal momento della notifica per sgomberare gli spazi e, nel caso ciò non avvenisse, la volontà di avviare in seguito la procedura d’ufficio.

L’autogestione dal suo canto risponde promettendo di scendere in piazza in caso di sfratto. L’ultimatum è stato fissato ufficialmente con scadenza al prossimo 26 aprile, ma l’esecutivo tornerà a chinarsi sul tema solo il 29 aprile, come confermato ieri dal sindaco Marco Borradori, in occasione della prima seduta della nuova legislatura. E tra le carte sui banchi di Palazzo Civico si è aggiunta in questi giorni anche una lettera inviata da Palazzo delle Orsoline, che suggerisce ai municipali luganesi di scegliere la via della tolleranza, aspettando l’inizio dei lavori di riqualifica all'ex Macello prima di sfrattare i molinari.

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COMMENTI
 

Tzozjlred 3 anni fa su tio
...ma che confronto sta facendo? Con rispetto a tutte le famiglie che si trovano in situazioni di sfratto massima solidarietà, ma di certo l autogestione non è responsabile di un atto incivile delle autorità preposte e dei proprietari. Tuttavia posso consigliare alla famiglia in questione di rivolgersi in comune e sottoporre questo atto incivile al sindaco e agli assistenti sociali per mettere fine al problema. Inoltre potrebbe senz altro rivolgersi all assemblea del Molino sicuramente la aiuterebbero volentieri. signor Guglielmo al posto di trovare ogni sotterfugio per criticare il Molino ecco un esempio di autogestione!

Güglielmo 3 anni fa su tio
Conosco una famiglia, papà, mamma, 2 bimbi piccoli. Lui è rimasto senza lavoro e .. dopo aver prosciugato i risparmi, ha ricevuto lo sfratto. pensate che hanno trovato una soluzione condivisa!? nono hanno dovuto andarsene nei tempi previsti con tanto di polizia comunale.... ecco come funziona, a due velocità. c'è chi può e chi invece no carissimi politici da 4 ranelle, perché se dico soldi insulto la moneta...

F/A-19 3 anni fa su tio
Adesso la città si indebiterà per mezzo miliardo con il centro sportivo quindi non avrà più soldi per rimodernare il macello quindi i Molinari andranno avanti così per anni ancora...., le elezioni poi sono finite, le cadreghe sono salve e per almeno 4 anni si faranno solo gli interessi che contano veramente.

Tzozjlred 3 anni fa su tio
Di nuovo allo stesso punto sempre, i politici hanno accapparrato i loro voti (vedi udc e lega a Lugano) è ora passano la palla ai burocrati di Bellinzona...nel frattempo gli autogestiti e tanti frequentatori ne pagano lo scotto rallentando le attività ma aumentando le energie a causa delle notti insonne a vegliare il centro sociale... Intanto Galeazzi e Ghisletta consegnano interpellanze governative rallentando così le attività politiche del Gran Consiglio...complimenti. Fateci il piacere di lasciare stare i ragazzi/e e l autogestione e fate il vostro vero lavoro nell interesse dei cittadini. Proporrei che questi p...politici che hanno tirato fuori sto inutile cancan di risarcire tutti ile spese che si sono rese necessarie per mobilitare inutilmente la polizia antisommossa l 8 marzo e i dispositivi di controllo idei ragazzi/e n questi ultimi mesi.

Nano10 3 anni fa su tio
Come sempre terminato le elezioni e ottenuto l’effetto sperato, Ia problematica non viene presa in considerazione e tutti fanno orecchie da mercanti 😡

Trionfx 3 anni fa su tio
Mi sembra tutto molto più sensato.. A sbattere fuori non si é mai risolto niente. Non é facile trovare un punto di incontro.. Ma é l'unica via..

seo56 3 anni fa su tio
Ma anche NO!!!! Fö di bäll senza se e senza ma!! Politici codardi!!!!!!!!

il barbiere 3 anni fa su tio
Non ho capito: per sbattere fuori sti 4 c......., tra poco dovremo interpellare l'ONU. Mentre per sbattere fuori di casa una famiglia che non paga l'affitto ci vuole un nulla! Certo che se le nostre autorità si fanno mettere via da questi, siamo proprio in buone mani.

Trionfx 3 anni fa su tio
Risposta a il barbiere
Giusto trovare una soluzione.. A sbattere fuori punto e basta non si arriva COMUNQUE a niente..
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