UDC e UDF sono gli unici a non aver aderito all'iniziativa per l'estensione della norma antirazzismo. Pellegrini: «La legge punisce già i reati d'odio. Evitiamo di limitare la libertà d'espressione»
LUGANO - «Ci mancherebbe che io non sia d'accordo che vada punito l'incitamento all'odio, ma il discorso è più complesso di così». Mette i proverbiali “puntini sulle i” il presidente UDF Ticino, Edo Pellegrini, il cui partito (assieme all’UDC) è l’unico a non aver aderito all’iniziativa per l'estensione della norma antirazzismo che vuole porre precisi limiti agli attacchi verbali e fisici contro i gay.
«Il problema è la libertà d'espressione» - «Ricordiamoci che siamo noi ad aver lanciato il referendum - sottolinea Pellegrini - ma qui si tratta principalmente di una questione di libertà di espressione». Insomma, per il presidente di partito e parlamentare «ulteriori limiti» non sono necessari. «Esistono già articoli del codice penale che provvedono in caso di episodi di violenza e attacchi. E non solo verso gli omosessuali».
«Anche dal mondo LGBT ci sono i contrari» - Secondo Pellegrini, almeno una parte della stessa comunità LGBT sarebbe contraria all’iniziativa: «È un articolo superfluo. E lo dicono anche i rappresentanti del “sonderrecht-nein”, omosessuali lesbiche e bisessuali contrari in quanto non vogliono essere trattati da minoranza, ma come cittadini a pieno titolo della nostra società».
La paura del bavaglio - Nonostante lo stesso autore dell'iniziativa, Mathias Reynard (PS/VS), sottolinei che l'estensione della norma non impedirà dibattiti e discussioni e garantirà la libertà di opinione, per Pellegrini «non sarà così». «Considerato l'attivismo delle lobby LGBT, passasse l’iniziativa finirebbe che qualsiasi espressione ci si permetta in pubblico andrebbe a sfociare in una denuncia e di conseguenza nell’apertura di un'istruttoria». «Non importa poi se il giudice ti darà ragione. Resteranno gli strascichi di qualcosa che si poteva evitare».
Insomma, per il presidente dell’UDF Ticino è proprio una questione di censura: «Pensiamo al prossimo futuro. Quest'anno si discuterà di matrimoni e adozioni da parte di coppie gay. Potrò ancora dirmi contrario senza rischiare una querela per discriminazione?».
Pellegrini non nasconde di essere consapevole della recrudescenza di episodi di violenza verbale e discorsi d’odio, specie tramite social, ma ritiene che la giustizia attuale sia già sufficientemente attrezzata per farvi fronte: «Dove vogliamo andare a finire? Allora andiamo a prendere in considerazione ogni singola minoranza. Visto che c’è chi chiama “grassoni” gli obesi, allora dobbiamo fare una legge anche per loro?».