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CANTONEPedofilia, condannato un 34enne: «Non si è fermato neanche dopo il carcere»

20.02.24 - 13:26
La Corte ha comminato una pena di due anni e mezzo di detenzione, di cui sei mesi da scontare.
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Pedofilia, condannato un 34enne: «Non si è fermato neanche dopo il carcere»
La Corte ha comminato una pena di due anni e mezzo di detenzione, di cui sei mesi da scontare.

LUGANO - Due anni e mezzo di detenzione, di cui sei mesi da scontare in carcere aperto, e il resto sospeso con la condizionale per un periodo di prova di quattro anni. Più l'interdizione di creare profili social fittizi e di contattare persone minori di 16 anni. E il divieto di svolgere attività professionali ed extraprofessionali che coinvolgono minori. È questa la pena decisa oggi dalla Corte delle Assise criminali per il 34enne del Luganese processato per reati legati alla pedofilia.

L'uomo è stato ritenuto colpevole di ripetuti atti sessuali con fanciulli, tentati e consumati, e di ripetuta pornografia, ma è stato prosciolto dall'accusa di coazione sessuale.

«Dal profilo oggettivo la colpa dell'imputato è tra il medio e il grave per il numero importante delle vittime, per la reiterazione del suo agire e per la costanza con cui ha cercato di soddisfare le sue pulsioni», ha detto il giudice Mauro Ermani. «Non ci sono elementi per giustificare un'attenuazione, in quanto in corso di inchiesta il 34enne ha collaborato solo quando è stato messo con le spalle al muro dagli inquirenti. Ha inoltre cercato di nascondere il suo telefono, si è organizzato meglio, dopo la prima condanna del 2014, per nascondere i file pedopornografici che scaricava e non si è fermato neanche dopo la carcerazione alla Farera».

«Lo ripeto: non recidivi più» - «Quello pedofilico è un disturbo grave, perché l'esercizio di queste pulsioni provoca una grave sofferenza alle vittime», ha proseguito il giudice, che si è poi rivolto all'imputato. «Torno a ripetere: non recidivi più. Non dimentichi mai che dall'altra parte vengono create delle sofferenze che le persone si portano appresso tutta la vita».

La prognosi, per la Corte, rimane comunque positiva, perché dopo il 2021 l'uomo non avrebbe più commesso reati. Per questo motivo sconterà la sua pena sotto forma di carcere aperto, potendo continuare la sua attività professionale.

Nessuna coazione sessuale - Per quanto riguarda infine la coazione sessuale, Ermani ha spiegato il perché del proscioglimento. «La vittima ha ricordi poco precisi, e mancano dei dettagli importanti che con un ulteriore verbale avrebbero potuto essere accertati. Nei racconti della giovane non c'è però traccia di violenza. È possibile che abbia vissuto l'accaduto come una costrizione, ma ancora questo non basta per affermare che vi sarebbe stata una coazione».

La pubblica accusa, lo ricordiamo, aveva chiesto tre anni di detenzione di cui uno solo da scontare e due sospesi con la condizionale. La difesa, dal canto suo, si era rimessa al giudizio della Corte.

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