La stessa pattuglia che ha fatto partire gli accertamenti ha anche scagionato l’uomo dall’accusa di grave infrazione
BELLINZONA - Il caso ha quasi dell’incredibile. Come riferisce il Corriere del Ticino, un ticinese nel marzo del 2015 era stato fermato dalla polizia sull’A2 per non aver rispettato la distanza di sicurezza dal veicolo che lo precedeva. Il procuratore pubblico lo aveva allora accusato di grave infrazione alle norme della circolazione causando un pericolo alla sicurezza. L’uomo era stato successivamente condannato dalla Pretura penale di Bellinzona a una pena pecuniaria di 2’800 franchi sospesa per due anni, a una multa di 600 franchi e a pagare le spese giudiziarie di 950 franchi.
L’uomo, non convinto, è ricorso alla Corte d’appello e revisione penale, che lo scorso 12 ottobre ha ridotto la pena, scagionando l’uomo dall’accusa di grave infrazione. Infatti la polizia stessa aveva affermato che l’uomo non aveva messo sotto pressione il veicolo che lo precedeva e la manovra «non aveva recato pericolo». E per dimostrare la distanza insufficiente tra le due auto, la polizia aveva utilizzato dei fotogrammi estrapolati dal video della pattuglia, che però non rendeva giustizia alla reale prospettiva. «La scena fotografica riduceva sensibilmente le distanze tra due punti lontani facendoli apparire più vicini se non addirittura sullo stesso piano» hanno dichiarato i giudici.
L’uomo è stato dunque scagionato dall’accusa di grave infrazione, ma dovrà rispondere comunque di semplice contravvenzione delle norme della circolazione, e dovrà pagare una multa di 500 franchi. Il ticinese è stato indennizzato con 2’000 franchi.