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LUGANOCostringeva una donna a rapporti sessuali minacciandola di morte

17.03.16 - 10:00
Alla sbarra un 32enne del Luganese accusato di violenza carnale ripetuta e di avere avuto rapporti completi con una minore di sedici anni
Foto d'archivio (Tipress)
Costringeva una donna a rapporti sessuali minacciandola di morte
Alla sbarra un 32enne del Luganese accusato di violenza carnale ripetuta e di avere avuto rapporti completi con una minore di sedici anni

LUGANO - Violenza carnale ripetuta, coazione sessuale, atti sessuali con fanciulli ripetuti e ingiuria. Sono questi i reati di cui deve rispondere il 32enne del Luganese che poco fa ha preso il posto in aula per comparire davanti alla Corte delle Assise criminali di Lugano presieduta da Amos Pagnamenta.

L’imputato, difeso dall’avvocato Fulvio Pezzati di Lugano, nel periodo compreso tra il 2002 e il 2012 avrebbe costretto una donna, in più occasioni, ad avere rapporti sessuali, minacciandola di morte, picchiandola con una cintura o prendendola per il collo per non farla gridare. Un altro episodio analogo sarebbe avvenuto nel 2012 con un’altra donna.

La prima vittima era inoltre minore di sedici anni. In aula l’accusa è rappresentata dalla procuratrice pubblica Marisa Alfier.

I fatti avvenuti tra il 2002 e il 2003 – Con la vittima c’era una relazione, che è poi degenerata in atti violenti, sostiene l’imputato. «Inizialmente – racconta - i rapporti erano consensuali». Ma in seguito la donna non ne voleva più sapere, poiché il 32enne esercitava violenza su di lei. «Questo perché ero un ragazzo problematico» afferma l’imputato, che ammette gli episodi di violenza carnale, sottolineando però di non aver mai minacciato di morte o picchiato con oggetti la donna. La vittima comunque cercava di opporsi, gridando e piangendo.

Quel rapporto orale è avvenuto? – Nel dibattimento la Corte ha cercato di fare luce su un rapporto orale coatto che sarebbe avvenuto con la vittima. Un fatto che l’imputato nega, affermando che tra loro non ci sarebbe mai stato un episodio di questo genere. Eppure se ne sarebbe parlato in uno degli ultimi interrogatori. «Stiamo parlando di un pompino» ha sottolineato la Corte. «Forse mi sono confuso, come oggi non sapevo cosa significasse rapporto orale» sostiene l’imputato.

L’episodio del 2012 - Una relazione incrinata sfociata in una violenza carnale? Il 32enne nega l’episodio che secondo l’accusa sarebbe avvenuto nel 2012, con una ragazza con cui stava da diversi mesi. L’imputato era stato escluso dalla sua vita e per ottenere delle spiegazioni l’avrebbe raggiunta a casa, arrampicandosi sul balcone. È a quel punto che avrebbero avuto altri rapporti sessuali, con la ragazza «consenziente» sostiene il 32enne. Un episodio di violenza sarebbe avvenuto in seguito, quando l’imputato avrebbe preso per il collo la ragazza, «forse per qualcosa che aveva detto». Nel racconto di questi fatti, il giudice non ha comunque mancato di sottolineare le diverse incongruenze tra le varie versioni fornite in aula e nel corso dell’inchiesta.

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