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BELLINZONA

Matteo Cocchi: «Polizia in prima linea per una Svizzera sicura»

Cerimonia annuale della Polizia ticinese: bilancio, nuovi agenti e sfide future tra formazione e sicurezza.
Polizia cantonale
Matteo Cocchi: «Polizia in prima linea per una Svizzera sicura»
Cerimonia annuale della Polizia ticinese: bilancio, nuovi agenti e sfide future tra formazione e sicurezza.

BELLINZONA - Si è svolta ieri, presso il Tribunale penale federale di Bellinzona, la tradizionale cerimonia annuale della Polizia cantonale ticinese. All’evento hanno preso parte diverse autorità istituzionali, tra cui il Presidente del Gran Consiglio Fabio Schnellmann, il Presidente del Consiglio di Stato Norman Gobbi, il Presidente del Tribunale penale federale Alberto Fabbri e il Procuratore generale Andrea Pagani.

Durante la cerimonia sono stati presentati i nuovi collaboratori – sia agenti sia personale amministrativo – e sono stati evidenziati i risultati raggiunti attraverso percorsi di formazione e aggiornamento. Il Comandante Matteo Cocchi, nel suo intervento, ha tracciato un bilancio dell’anno che si avvia alla conclusione: un 2025 impegnativo, ma ricco di motivi d’orgoglio per il Corpo.

Cocchi ha ricordato come la Polizia cantonale abbia continuato a svolgere con determinazione le proprie missioni fondamentali: prevenzione, controllo del territorio, interventi operativi e cooperazione con le altre forze dell’ordine e le istituzioni statali. Particolare attenzione è stata dedicata al tema del ricambio generazionale, che coinvolgerà nei prossimi anni quattro fasce d’età – i "Baby Boomers" (nati tra il 1946 e il 1964), la "Generazione X" (1965-1980), i "Millennials" (1981-1996) e la "Generazione Z" (1997-2012)– e richiederà strategie mirate per garantire continuità, mantenere elevati standard di servizio e valorizzare l’esperienza degli agenti più anziani.

Nonostante le difficoltà finanziarie del Cantone, Matteo Cocchi ha espresso soddisfazione per l’avvio di una nuova Scuola di polizia con 15 aspiranti. Guardando al futuro, il Comandante della polizia ha definito il 2026 un anno “di straordinaria importanza”, segnato da eventi internazionali di primo piano, come la Conferenza OSCE a Lugano, che metteranno alla prova la capacità organizzativa e la coesione delle forze dell’ordine svizzere. Sarà necessario un imponente lavoro di pianificazione, coordinamento interforze e collaborazione istituzionale su scala cantonale, federale e internazionale. Un impegno che – ha sottolineato – richiederà sacrifici e massima disponibilità da parte di tutto il personale.

«Non si tratterà solo di "gestire eventi", ma di garantire che la Svizzera continui a essere riconosciuta come un Paese sicuro, stabile e affidabile», ha concluso Cocchi.

Anche il Presidente del Consiglio di Stato, Norman Gobbi, ha preso la parola, ringraziando la Polizia cantonale per il lavoro svolto nel corso dell’anno, segnato da sfide sia nuove sia consolidate nella lotta alla criminalità. Gobbi ha ribadito il sostegno del Governo, in particolare nei settori della formazione, della tecnologia e della cooperazione tra forze dell’ordine, riconoscendo il ruolo centrale del Corpo nel garantire sicurezza e fiducia alla popolazione. Ha infine formulato gli auguri per le prossime festività e per un 2026 ricco di soddisfazioni professionali e personali.

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