Capitale svizzera dell’Airbnb e dell’outdoor, la località dell’Oberland registra numeri da brivido. Il direttore dell’ente turistico locale Daniel Sulzer: «Qui si rema tutti dalla stessa parte»
INTERLAKEN – «Il nostro segreto? Qui si lotta tutti per lo stesso marchio. Gli enti turistici dei comuni confinanti l’hanno capito. E remano tutti nella stessa direzione». A raccontarlo è Daniel Sulzer, direttore di Interlaken Tourismus. La località dell’Oberland bernese, stando ai dati di Airbnb, è stata la meta svizzera che ha permesso ai proprietari di residenze private di incassare di più negli ultimi dodici mesi. Un dato che sorprende, ma solo fino a un certo punto se si pensa che con sessantamila voli all’anno Interlaken è diventata una delle capitali europee del parapendio. «Facciamo turismo ufficialmente da 107 anni – ammette Sulzer – e abbiamo sempre lavorato col cuore. Certo che negli ultimi cinque anni le cose si sono messe ancora meglio».
Le vostre cifre fanno paura: 2,5 milioni di pernottamenti sull’arco dei dodici mesi. Come si riesce a raggiungere certi traguardi numerici?
«La cifra comprende alberghi, case di vacanza, campeggi. Ma è comunque un numero alto, è vero. La prima cosa che abbiamo fatto è stata quella di creare una sola grande destinazione. Si parla di Regione Turistica di Interlaken, inteso come città-regione, e basta. Non di Brienz, Thun e quant’altro. C’è un solo ente turistico centrale che si occupa del marketing. Gli enti turistici regionali restano attivi, ma solo per le informazioni ai clienti».
Da dove vengono i vostri turisti?
«Poco più della metà dei turisti viene dalla Svizzera. Ma ne arrivano moltissimi anche dal resto del mondo. In particolare dall’Asia. In totale abbiamo una ventina di mercati sparsi per il pianeta».
Come riuscite a convincere tutta questa gente a venire da voi?
«Andiamo sul posto a trattare con i tour operator. Ma non solo. Invitiamo qui giornalisti e influencer».
Lo fa anche Ticino Turismo, i cui vertici di recente hanno citato Interlaken come modello vincente. Eppure, in Ticino i risultati sono ancora alterni…
«Bisogna insistere. Questa è la via giusta. Il Ticino ha tutto per sfondare, lo dico sinceramente. E ha molte analogie con la nostra terra. Ha la natura, i laghi, le montagne. Si tratta di argomenti che attirano il turista».
Nell’Oberland siete fortunati. Avete un simbolo internazionale come la Jungfrau…
«Certo, la Jungfrau richiama migliaia di turisti, come accade anche per le nostre montagne in generale. Ma non mi risulta che in Ticino queste bellezze non ci siano. Anche voi potete vendere bene i pacchetti sulle attività all’aperto. L’outdoor tira parecchio anche tra le nuove generazioni. Puntiamo sui giovani».
In Ticino il target è più anziano. Si dice che la gente venga a sud delle Alpi per riposare e rilassarsi…
«Ma una cosa non esclude l’altra. Da noi, ad esempio, c’è una zona piena di discoteche, ristoranti e pub. La mondanità ha il suo spazio. Poi c’è anche la quiete. E ci sono le esperienze. La gente ha voglia di sapere come funziona la vita nel lago, vuole capire come crescono i fiori. Cose banali, magari. Ma che hanno tanto valore per chi, ad esempio, arriva dalla città e dal cemento».
La Svizzera è cara. Come fate ad avere presa sui giovani?
«Puntiamo tanto sugli ostelli a poco prezzo. In particolare attraverso i social. Si cerca di presentare al turista giovane un pacchetto “all inclusive” di qualità e conveniente. Abbiamo l’aeroporto vicino. E poi tanto dinamismo, con sport a 360 gradi. Dal kayak allo sci. Perché negli ultimi vent'anni abbiamo investito anche sul turismo invernale. Al momento le nostre strutture sono praticamente piene in estate e sono occupate al 60% in inverno. Voi ticinesi, in un certo senso, ci avete dato una mano».
A cosa allude?
«Grazie anche al Ticino, e in particolare a Locarno On Ice, abbiamo scoperto il potenziale enorme delle piste di ghiaccio nelle piazze durante l’inverno. Oltre a questo proponiamo attività ogni giorno, 365 giorni l’anno. Dal giro in battello alle gite culturali. Da noi i turisti vogliono vedere gli orologi. Culturalmente siamo conosciuti nel mondo anche per questo motivo».
Interlaken si trova nel cuore della Svizzera. Il Ticino deve fare i conti con la concorrenza di prezzi dell’Italia…
«Non penso sia un grosso problema. Ho l’impressione che a volte i ticinesi non credano abbastanza in se stessi. E a volte bisognerebbe essere un po’ più pronti nel cogliere certe sfide».
Per esempio?
«Ho frequentato Expo 2015 a Milano. Personalmente mi aspettavo qualche offerta in più da parte del Ticino. Era un evento che si poteva sfruttare meglio per promuovere il vostro bellissimo territorio».