Le finanze cantonali stanno meglio. Si prevedono addirittura sgravi fiscali del 5%. E così i sindaci chiedono al Dipartimento delle finanze e dell'economia di azzerare il contributo di risanamento
CASTEL SAN PIETRO – Caro Cantone ti scrivo... Dopo Comuni come Vernate e Riva San Vitale, ora anche Castel San Pietro bussa alle porte dello Stato. Il motivo? Le autorità cantonali hanno di recente annunciato di avere migliorato le proprie finanze. Tanto che si ipotizzano sgravi fiscali addirittura del 5%. I Comuni, che in tempi di vacche magre hanno sostenuto il Cantone con il cosiddetto contributo di risanamento, ne chiedono l'azzeramento. «Le casse cantonali adesso stanno bene – dice Alessia Ponti, sindaco di Castel San Pietro –. E questo grazie anche agli aiuti arrivati in questi anni dai Comuni. Se la situazione oggi è rosea, è anche grazie a noi. Quindi vorremmo che ci venisse riconosciuto».
Richiesta di stop – Insomma, si chiede lo stop al contributo comunale che, complessivamente, fa confluire nelle casse statali circa 38 milioni di franchi all'anno. Il destinatario dell'appello è il Dipartimento delle finanze e dell'economia diretto dal Consigliere di Stato Christian Vitta. Ed è un grido a cui si stanno unendo sempre più voci.
Incavolato nero – Il precursore, qualche settimana fa, è stato Giovanni Cossi, sindaco di Vernate. «Sono incavolato nero col Cantone – tuona –. Perché all'inizio di questa storia ci avevano detto che il contributo di risanamento sarebbe stato "una tantum". Invece, negli anni, ci sono sempre stati chiesti soldi. Non è giusto. Invito tutti i sindaci ticinesi a unirsi al nostro appello».
La bolletta da non pagare – Anche Fausto Medici, sindaco di Riva San Vitale, è stufo di foraggiare lo Stato. «Ci è appena arrivata la fattura di 237.000 franchi. Vorremmo non pagarla. Abbiamo già fatto abbastanza. E i risultati si vedono. Le casse sono state risanate, il Cantone non ha più bisogno di noi».
Amministrazioni virtuose – Così la pensa anche Alessia Ponti. «Vorremmo che lo Stato rivedesse la sua politica in materia fiscale. Ci dovrebbe ridare qualcosa a questo punto. Siamo contenti che le finanze cantonali stiano meglio. Però questo è anche grazie al fatto che i Cantoni hanno sempre più delegato compiti ai Comuni. E bisogna ringraziare anche chi, questi Comuni, li ha gestiti in maniera virtuosa. È giunta l'ora di pensare a noi e ai nostri progetti».
Si apre uno spiraglio – A cosa porteranno le rivendicazioni dei sindaci? C’è margine per un compromesso concreto? Qualche spiraglio di luce lo si intravede nelle parole del consigliere di Stato Christian Vitta, interpellato da Tio/ 20 Minuti. «Il tema dei flussi finanziari fra Cantone e Comuni – sostiene – è trattato nell’ambito del progetto Ticino 2020. In quella sede si stanno sviluppando scenari di ripartizione degli oneri fra i due livelli istituzionali».
Forse arrivano soldi da Berna – Nell’ambito della Riforma fiscale 2017, in discussione a Berna, la Confederazione prevede di riversare ai Cantoni delle risorse supplementari. «Come Cantone Ticino – riprende Vitta – , stiamo valutando di potere dare una quota di questi introiti ai Comuni. È però prematuro, al momento attuale, parlare di cifre. Si tratta di aspetti che stiamo valutando anche insieme al Dipartimento delle istituzioni».