Fabrizio Garbani Nerini, sindaco delle Terre di Pedemonte, traccia il suo ricordo dell’artista morto a 80 anni: «C’è un certo rammarico. Eppure il suo teatro era accessibile a chiunque».
VERSCIO - «Se penso a lui, mi viene in mente una persona umana. Un buono». Fotogrammi che riaffiorano dalla memoria di Fabrizio Garbani Nerini, sindaco delle Terre di Pedemonte, e dunque anche di Verscio, il luogo in cui Dimitri, noto clown morto la scorsa notte all’età di 80 anni, ha fondato una scuola di fama internazionale. Quello di Garbani Nerini, però, non è il classico ritratto struggente di un grande uomo che non c’è più. «Perché comunque c’è anche un certo rammarico. Dimitri non è stato capito da tutti».
Sindaco, a cosa si riferisce esattamente?
Una minoranza della popolazione teneva una certa distanza dalle sue proposte artistiche. Questo accadeva nella nostra regione, ma immagino che succedesse anche a livello ticinese. Questo tipo di teatro, mimato, non parlato, ad alcuni incuteva timore, diffidenza.
Perché, secondo lei?
Non me lo sono mai spiegato. Forse perché era una forma artistica parecchio lontana dal classico teatro della Svizzera italiana. Eppure quello che usava Dimitri era il linguaggio più immediato. Adatto a un pubblico eterogeneo. Era accessibile a chiunque. Al di fuori dei confini ticinesi credo che questo gli sia stato riconosciuto ampiamente.
Si dice che nessuno sia profeta in patria…
Possiamo tranquillamente dire che Dimitri era un personaggio di fama internazionale. In Ticino invece alcuni hanno perso l’occasione di conoscere e apprezzare un artista importante.
Che rapporto aveva Dimitri con la gente di Verscio e delle Terre di Pedemonte in generale?
Era sempre carino, gentile. Non se la tirava mai. Credo che nessuno possa dire di avere mai visto della presunzione in Dimitri.
Qual è il ricordo di Dimitri che Lei si porta nel cuore?
Nel 2015 c’è stato il giubileo per i suoi 80 anni. E lui era lì, in mezzo alla gente, con la sua simpatia. Sapeva leggere nello sguardo della persona che aveva di fronte. E metteva sempre a suo agio il proprio interlocutore.
Dimitri vi lascia la sua scuola, il suo teatro. Più volte si è ipotizzato di trasferire la struttura accademica in un ambito più urbano. Cosa ne sarà ora della Scuola Dimitri?
Come Terre di Pedemonte abbiamo una grossa responsabilità. Secondo alcuni, una scuola artistica di fama internazionale avrebbe ancora più possibilità se inserita in un contesto cittadino. Dimitri però ha sempre voluto che la sua creatura restasse a Verscio. E noi ci impegneremo in tutti i modi affinché questo patrimonio non vada disperso.