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CANTONEJardinSuisse: lavoro nero e concorrenza sleale le piaghe del settore

25.02.16 - 17:05
JardinSuisse: lavoro nero e concorrenza sleale le piaghe del settore

BALERNA - Si è tenuta oggi presso il Centro Professionale del Verde di Mezzana l'84esima assemblea di JardinSuisse Ticino, l’Associazione svizzera degli imprenditori giardinieri.

Mauro Poli, Presidente della Sezione cantonale di JardinSuisse, nel corso del suo discorso ha messo in evidenza che il settore ha retto bene all'abbandono della soglia minima di cambio euro/franco, ma che si è coscienti che il rallentamento del mercato immobiliare avrà ovvie ripercussioni nel settore della costruzione degli spazi verdi. La parola d’ordine del 2016 è quindi "fiducia", «quel sentimento che ci guida nelle scelte, ci permette di costruire alleanze, di capire chi sarà il nostro Partner, di scegliere i prodotti migliori».

Tra le varie difficoltà che il settore incontra c'è quella della concorrenza sleale, che tocca anche altre categorie di artigiani. «Nel 2015 la situazione rispetto agli anni precedenti è addirittura peggiorata avendo registrato oltre 900 annunci di ditte che arrivano da oltre confine. Come sappiamo questi padroncini offrono ai committenti ticinesi prezzi più bassi del 30-40 % rispetto alle aziende che risiedono sul territorio e questa concorrenza provoca un crescente disagio che si traduce in un generale malessere». Altro punto dolente è il lavoro nero, una pratica che si sta diffondendo anche nel settore del verde e
che è stata provata dalle migliaia di casi segnalati nel 2015. «Questa problematica è altrettanto grave della concorrenza sleale in quanto danneggia la collettività e le aziende che sono in regola non possono che uscirne indebolite».

JardinSuisse Ticino, negli ultimi anni, si è attivata per tutelare la propria professione «e finalmente i giardinieri vedono la possibilità di iniziare a raccogliere i frutti di tanto lavoro», ha aggiunto Poli: dal 1° luglio 2015 è entrata in vigore la cauzione quale garanzia sia dei contributi al Fondo paritetico che dei diritti contrattuali, una prima misura che si è resa necessaria per poter tutelare la ditte ticinesi. Dal 1° febbraio di quest’anno, poi, è entrata in vigore la legge sulle imprese artigianali LIA, una legge che per i giardinieri ticinesi è «uno strumento fondamentale per disciplinare il settore del verde obbligando tutti ad iscriversi all’Albo (aziende ticinesi, svizzere ed estere, compreso i padroncini)».

Il contratto collettivo di lavoro del settore è prossimo alla scadenza, e la volontà è quella di rinnovarlo così da mantenere questa «base legale indispensabile per tutelare la professione», ha concluso Poli.

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