"Ce ne staremo qui finché non riaprono il bar"

La protesta delle prostitute del bar Oceano, al quale la Teseu ha messo i sigilli questa mattina
La protesta delle prostitute del bar Oceano, al quale la Teseu ha messo i sigilli questa mattina
PAZZALLO - "Io ho pagato le tasse fino a dicembre, e ora mi ritrovo senza un lavoro". C'è rabbia e delusione, ma anche molta paura, tra le prostitute del bar Oceano, oggetto questa mattina all'alba di un blitz della sezione Teseu, nell'ambito dell'ormai celebre Operazione Domino. Una delle ragazze mostra un cedolino con l'avvenuto pagamento delle imposte cantonali. Come lei, le altre ragazze (una cinquantina) che prestavano la propria opera professionale all'interno del bordello.
Oltre al disappunto per la chiusura, c'è la paura. Per il futuro, ma anche per possibili problemi che la presenza dei giornalisti potrebbe causare loro. Alcune hanno paura di brutte esperienze in camera, a causa dei riflettori puntati su di loro. La stragrande maggioranza teme piuttosto l'assenza di lavoro, e di guadagno. Non a caso, dopo aver parlato con noi, salgono in camera, fanno i bagagli e s'incamminano verso la strada cantonale, oppure salgono sui taxi che arrivano, le caricano e le portano via. Compaiono anche alcuni clienti, che si guardano attorno meravigliati per la presenza delle telecamere e delle ragazze nel posteggio, e poi se ne vanno.
Sono poi 15 i posti di lavoro (non direttamente legati alla prostituzione) a rischio: gli addetti alla sicurezza, alla reception e i baristi. La preoccupazione riguarda anche i lavori di ristrutturazione dello stabile che ospita il bar Oceano. La protesta durerà ad oltranza, ci dicono, "fin quando non ci daranno il permesso di riaprire il bar". In caso contrario, le ragazze minacciano di restare davanti all'ingresso del postribolo, che dà sul posteggio interno del locale, fino allo sbloccarsi della situazione.









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