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BELLINZONAEcco il ricorso contro l'eliminazione del porfido

17.06.10 - 18:08
Ecco il ricorso contro l'eliminazione del porfido

BELLINZONA – Luca Buzzi, leader di Bellinzona Vivibile, ha inoltrato in serata il testo del ricorso da inoltrato al Consiglio di Stato contro la “sistemazione di Viale Stazione, Vicolo Torre e Piazza Collegiata” decisa dal Municipio della capitale.

Qui di seguito pubblichiamo integralmente le motivazioni portate da Buzzi a sostegno del proprio ricorso:

1.  Mancato rispetto della volontà popolare
Il 16 novembre 2003  i cittadini bellinzonesi avevano respinto a schiacciante maggioranza (con 3’304 NO, pari al 75%, e 1’102 SI, pari al 25%) il precedente progetto di “Sistemazione di Piazza Collegiata” con la pavimentazione in granito, praticamente identico a quello attuale. In effetti l’unica differenza era l’uso di lastre levigate di granito, invece degli attuali cubotti grezzi di granito grigio.
Ma il principale motivo dell’opposizione era chiaramente già allora il desiderio della cittadinanza di conservare la pavimentazione in porfido rosso, risalente al 1928 e tuttora perfettamente funzionante. Tra l’altro il Comitato referendario di allora scriveva che “l’ambiente è piacevole, la piazza è vivibile e i bellissimi edifici che l’attorniano si inseriscono in modo armonioso; la piazza è idonea per uno spazio pedonalizzato”.
Anche l’ulteriore argomento che aveva portato alla netta bocciatura nel 2003, ciò quello dell’inutile spreco di denaro pubblico è diventato oggi ancora più attuale (viste le disastrate finanze pubbliche), ma paradossalmente il nuovo progetto, limitatamente alla Piazza Collegiata, costa addirittura il 17% in più del precedente.
Nonostante quanto afferma nel suo rapporto, in modo assolutamente incomprensibile e sconcertante, la Commissione della Gestione (“Il Municipio dopo la bocciatura del 2003 si è orientato nella direzione voluta dal popolo”) dovrebbe essere a tutti evidente che il Messaggio accettato non solo non rispetta la volontà popolare, ma addirittura rasenta la vera e propria provocazione nei confronti dei cittadini.
Il comportamento del Municipio e del Consiglio comunale snatura quindi completamente lo spirito e la natura stessa della LOC e della LEDP ed in particolare l’istituto del Referendum e l’importanza per la nostra democrazia del voto popolare, sancito da queste leggi.


2. Ritardo nella consegna del rapporto commissionale
Il Rapporto della Commissione edilizia sul messaggio municipale No. 3485 (nonostante figuri datato dell’11 maggio 2010) è stato recapitato ai consiglieri comunali solo sabato 29 maggio 2010, cioè due giorni prima della seduta del Consiglio comunale.
La LOC all’art. 71 ed il Regolamento comunale all’art. 24 affermano però chiaramente che i rapporti devono essere trasmessi ai singoli consiglieri comunali almeno 7 giorni prima della seduta.
Visti i temi tecnici previsti da questo Messaggio, come l’uso dei materiali (granito o porfido) e la necessità di interventi alle sottostrutture, il Rapporto della Commissione edilizia aveva in questo caso ben più grande importanza di quello della Commissione della Gestione che era stato regolarmente recapitato 7 giorni prima.
Tra l’altro il Rapporto della CE suggeriva delle modifiche, una estetica (getto d’acqua) e una ben più importante per l’accesso e il passaggio di disabili (in particolare carrozzelle), che evidentemente non hanno potuto venir esaminate dai singoli consiglieri.

3. Mancato rispetto delle norme del Piano Regolare
Il Piano Regolatore (PR) della città ed in particolare il suo Piano particolareggiato del Centro storico (PPCS) contempla all’art. 3 tra le sue componenti il piano “Assetto degli spazi pubblici” in scala 1:1000. Lo stesso prevede chiaramente l’uso del porfido per la pavimentazione di Viale Stazione e di Vicolo Torre.
Il progetto accettato dal Consiglio comunale contravviene quindi alle norme di attuazione del PR e prima di una sua eventuale accettazione il Municipio avrebbe dovuto proporre, se del caso, una variante di PR, seguendo tutto l’iter previsto dalla legislazione in materia.

4. Chiara presentazione in Consiglio comunale
In aggiunta faccio notare che le argomentazioni sopraccitate sono state ampiamente presentate dal sottoscritto in Consiglio comunale nell’ambito del dibattito su questo argomento ed erano quindi conosciute dai consiglieri comunali al momento del voto (vedi copia allegata del mio intervento).
Inoltre già all’inizio della seduta avevo proposto il rinvio dell’oggetto alla seduta già prevista del 7 giugno per ottemperare ai ritardi del punto 2.  In seguito, al momento della discussione sull’oggetto, per “evitare che ancora una volta tutto venga annullato da eventuali referendum o ricorsi” avevo proposto “il rinvio del Messaggio al Municipio con l’invito a ripresentarlo con la sola proposta di sistemazione della parte bassa del Viale Stazione, che preveda il mantenimento del porfido rosso”.
Entrambe le proposte sono state respinte a larga maggioranza dal Consiglio comunale, così come gli emendamenti presentati successivamente, ciò che mi ha obbligato a votare contro l’intero messaggio ed ora a proporre questo ricorso.

5. Spese a carico della collettività
Per far rispettare la volontà popolare, un folto gruppo di cittadini si sono poi visti costretti a lanciare un nuovo Referendum, con un dispendio di forze, energie e risorse, purtroppo in parte anche a carico di tutta la collettività.
In particolare il costo di una nuova votazione popolare, causata esclusivamente dal comportamento irresponsabile del Municipio e della maggioranza del Consiglio comunale (certamente non nell’interesse pubblico che dovrebbero difendere), potrebbe ancora essere evitata.

CONCLUSIONE
In conclusione, sulla base delle considerazioni sopra esposte e facendo riferimento a tutte le leggi applicabili in materia, chiedo al Consiglio di Stato di: Annullare la decisione del Consiglio comunale di Bellinzona del 31.5.2010.

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