È interessante quello che si sta vedendo nella sezione Pardi di Domani per il concorso dedicato alle opere elvetiche. Interessante perché fornisce un valido spaccato delle tendenze e del livello dei giovani realizzatori svizzeri. Gli estremi entro i quali ci si muove sono da una parte un alto profilo formale, dall’altra l’abilità nel riuscire a raccontare delle storie che abbiano un senso compiuto e corposo, che non si limitino cioè a fornire degli spunti sui quali fabbricare immagini fine a se stesse. Purtroppo sembra che un approccio escluda l’altro ma per lo meno in entrambi i campi si sono visti lavori notevoli. Esempio del primo tipo, cioè di cortometraggio visivamente eccellente, è Nouvel Ordre dei tre registi Ausonio Tavares de Sousa, Gregory Bindschedler e Jean Daniel Schneider: splendide immagini cariche di tensione – c’è una casa semideserta, un morto, un suicida... – senza però un senso comprensibile. Di alta qualità tecnica è anche Coupé Court
di Hugo Velado che, dirigendo persino Carlos Leal (presente al Festival)prova comunque a mettere in scena una storia di vendetta tremenda vendetta malavitosa. Del secondo tipo, ossia belle storie ma formalmente niente di che, è il divertente Aschenbrüder di Steve Walker e Markus Heiniger, storia di due fratelli costretti a compiere insieme un viaggio per disperdere le ceneri del padre. Da menzionare infine due corti del... terzo tipo, ossia che puntanto tutto su un’idea originale ed efficacissima e insistono su di essa. Entrambi spassosi sono Federer et Moi e
Jules Aimé Péclard Distillateur d’esprit de clocher . Il primo, di Robin Harsch prende gli exploit tennistici di Federer come modello per... conquistare le ragazze. Il secondo, di Grégoire Mayor, si propone come un finto documentario etnografico su un distillatore di alcool... campanilistico pieno di spirito patrio.
Fa.Co.