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PIAZZA FINANZIARIAFranco Citterio: 'Alleanze in vista'

10.11.03 - 12:17
Nella foto, Franco Citterio Direttore dell'Associazione Bancaria Ticinese
Franco Citterio: 'Alleanze in vista'
LUGANO - La borsa ha smesso di fare i capricci e per la piazza finanziaria ticinese sembra proprio che il peggio sia passato. Ma possiamo davvero, ora, guardare avanti con una certa fiducia? Lo abbiamo chiesto a Franco Citterio Direttore dell'Associazione Bancaria Ticinese.

"Si, la tendenza è cambiata - ci conferma Citterio - e la situazione è migliorata. Primo perché i mercati, dalla fine della guerra con l'Irak, diciamo da marzo in avanti, hanno avuto un ottimo ritorno. E poi bisogna aggiungere che lo scudo due non ha causato grandi perdite".

Inoltre i capitali italiani hanno ripreso la via del Ticino...

"Esatto. Se fino ad un anno fa c'è stato un movimento di una certa importanza di ritorno in Italia dei capitali, ora si sta notando un movimento contrario. E questo ci fa piacere. Vuol dire che non è soltanto il segreto bancario che avvantaggia la piazza finanziaria svizzera, ma ci sono anche motivi di qualità del servizio, di professionalità, di serietà e di stabilità politica ed economica".

Si sussurra però, che - a livello occupazionale - la piazza finanziaria ticinese quest'anno sia scesa sotto la soglia degli 8'000 impiegati...

"Il saldo 2002 ci diceva che gli occupati nelle banche in Ticino erano 8'300. A questi bisognava aggiungere il parabancario (fiduciarie, gestori patrimoniali...) con altre 2'000 persone. Si arrivava dunque ad una piazza finanziaria che occupava circa 10'300 persone. L'anno scorso per il bancario è stato un anno negativo, si sono persi circa 300 posti di lavoro. Da 8'600 siamo scesi, appunto, a 8'300 impieghi. Il 2003 potrebbe essere, secondo noi, ancora un'annata negativa ed è probabile che ci sia ancora una diminuzione degli impieghi, ma per la cifra esatta bisogna aspettare fine anno. E' però probabile che ci avvicineremo agli 8'000. Sotto questa soglia non credo si andrà. E la prospettiva per il 2004 è decisamente migliore".

C'è da attendersi un'impennata delle assunzioni?

"Questo no. Un po' tutta la macchina deve assestarsi e cercare fornire, con gli attuali mezzi a disposizione, più prestazioni per recuperare gli anni 2001 e 2002 che sono stati negativi".

Passiamo alla Banca Gottardo. In questo caso si parla invece di altre perdite di posti di lavoro in arrivo...

"La Gottardo è in passaggio di mano. Ormai da diverso tempo. Ed una ristrutturazione c'è già stata. Ma sono convinto che se i mercati continueranno ad andare bene eventuali ulteriori ristrutturazioni saranno congelate in attesa di prospettive a medio-lungo termine. Tutto dipenderà dall'acquirente. E' evidente che se si tratterà di un grande istituto svizzero - ma sembra improbabile, visto che sia l'UBS che il Credit Suisse hanno già una forte presenza in Ticino - nell'apparato di stato maggiore, nella logistica, nell'informatica, nell'analisi finanziaria e in tutti quei servizi che di solito sono centralizzati la Gottardo rischierà di perdere diversi posti di lavoro qualificati. Per la piazza ticinese sarebbe più positivo un acquirente che lasci indipendenza all'istituto e mantenga le attuali strutture".

Altri istituti sono in vendita?

"Ufficialmente la Gottardo è l'unica banca in vendita. Poi ci possono essere istituti che stanno cercando alleanze. Istituti che hanno preso atto di una tendenza, soprattutto nel private banking, del fatto che per sopravvivere in questo mercato bisogna avere una certa massa critica. Ciò è dovuto ai costi di struttura che devono essere giustificati da masse patrimoniali di una certa consistenza. I piccoli istituti che non hanno questa massa possono essere interessati a trovare alleanze. E parlo di fusioni tout-court, come anche di uno scambio di partecipazioni o semplicemente di accordi su un certo genere di attività. Unirsi per dividere certi costi, così da poter fare un'azione di mercato più allargata. Questo è un discorso che sta già avvenendo su altre piazze finanziarie e che va profilandosi anche in Ticino".

...nomi?
"Per ora non se ne possono fare - conclude Citterio - queste trattative sono sempre schermate da una alto grado di discrezione. Però è bene che si sappia, anche per promuovere questa tendenza, che ci sono diversi istituti alla ricerca di alleanze e collaborazioni".

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