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GINEVRA

Assassinò un ragazzo di 22 anni, confermati i 16 anni di carcere

Confermata in appello la condanna a 16 anni e l’internamento per il 25enne autore dell’omicidio alle Charmilles nel 2019.
Il parcheggio dove avvenne il delitto
Fonte ATS
Assassinò un ragazzo di 22 anni, confermati i 16 anni di carcere
Confermata in appello la condanna a 16 anni e l’internamento per il 25enne autore dell’omicidio alle Charmilles nel 2019.

GINEVRA - Il giovane - oggi 25enne - che nel 2019 ha assassinato un portoghese di 22 anni in un parcheggio sotterraneo nel quartiere ginevrino delle Charmilles si è visto confermata la sua condanna a 16 anni di reclusione e all'internamento accompagnato da un trattamento ambulatoriale. La Camera penale d'appello del canton Ginevra ha seguito praticamente in toto la pena pronunciata in primo grado.

Il ricorso dell'imputato "è stato quasi integralmente respinto", viene precisato nella sentenza pubblicata oggi. I giudici hanno unicamente ridotto di dieci mesi la pena detentiva fissata dal Tribunale penale nel 2024, a causa della violazione del principio di celerità. Il processo in prima istanza si era svolto più di cinque anni dopo i fatti.

Anche i giudici di secondo grado hanno sottolineato di non aver potuto infliggere la pena detentiva massima di 20 anni. Tuttavia, l'imputato era già stato condannato a 38 mesi di reclusione dal Tribunale dei minori nel 2021, per il suo coinvolgimento nel violento pestaggio, con degli amici, di due sconosciuti a St-Jean nel gennaio 2017. Due anni dopo, appena maggiorenne, ha accoltellato mortalmente il 22enne portoghese pugnalandolo al cuore.

"Assenza di scrupoli" - Mentre la difesa aveva richiesto una pena di 13 anni per omicidio con dolo eventuale, la Corte d'appello ha confermato l'assassinio. Anche se non ha premeditato il suo gesto, il giovane ha aggredito "senza preavviso" una persona che non conosceva, che si stava avvicinando a lui "senza aggressività" per "cercare di calmare le acque durante la rissa" con uno di cinque giovani che stavano tornando da una festa la mattina presto del 19 gennaio 2019.

A un movente "inesistente" e a uno scopo "odioso" si aggiunge il comportamento dell'imputato dopo i fatti. Questi ha ostacolato "ogni tentativo di chiamare i soccorsi da parte delle persone presenti", ha rivendicato il suo gesto "assumendo il ruolo di boss del quartiere", si è concesso una colazione dopo essersi sbarazzato del coltello a serramanico ed è poi fuggito in Francia.

"Speranza di guarigione"- Il giovane, oggi 25enne, ha quindi ucciso "con particolare mancanza di scrupoli", hanno sottolineato i giudici. A loro avviso, i fatti del 2019 "si sono verificati mentre era ancora sottoposto a misure sostitutive, che non ha rispettato", che "era seguito da uno psicoterapeuta e da un educatore" e che era "in attesa di essere giudicato per altri fatti gravi", ovvero quelli del 2017.

In considerazione della sua pericolosità, del suo "grave disturbo dissociativo della personalità" e del rischio di recidiva, la corte ha confermato anche la misura di internamento oggetto del ricorso. Ha tuttavia sottolineato che non esclude "ogni speranza di guarigione", come sostenuto dalla difesa.


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