Lo "sblocco" dopo quella famosa telefonata con Zelensky ma il presidente Usa si difende
WASHINGTON - Donald Trump ha congelato 391 milioni di dollari di aiuti a Kiev nei giorni precedenti la telefonata del 25 luglio scorso con il leader ucraino Volodymyr Zelensky. E la colpa, spiega lo stesso presidente americano, è dell'Europa che non contribuisce e non sostiene adeguatamente l'Ucraina. Nulla a che vedere quindi con le presunte pressioni su Zelensky per un'indagine sul figlio di Joe Biden, un'ipotesi che è solo una «caccia alle streghe» dei democratici che «non hanno idea di come fermarmi», dice il tycoon (i fondi sono stati scongelati questo mese senza che alcun altro paese europeo abbia reso noto di aver mutato la sua assistenza a Kiev, ndr).
Una spiegazione, offerta ai margini dell'Assemblea dell'Onu, che non placa le polemiche. Anzi, le fomenta. I democratici sono sempre più sul piede di guerra: il fronte dei favorevoli a una messa in stato di accusa del presidente cresce con il passare delle ore. A sostenere l'impeachment è anche l'altro protagonista dello scandalo dell'Ucraina, Joe Biden. L'ex vice presidente appoggerà la procedura nel caso in cui la Casa Bianca continui a ignorare le richieste del Congresso sulla consegna dei documenti e delle informazioni relative alla conversazione telefonica fra Trump e Zelensky, sul quale il presidente americano avrebbe fatto pressione allo scopo di danneggiare Biden, suo possibile avversario nella corsa per la rielezione.
«Sono in testa ai sondaggi e non hanno idea di come fermarmi. L'unica strada che possono provare è l'impeachment», afferma Trump a margine dell'Onu. Una messa in stato di accusa appare in queste ore più probabile che in passato dopo che anche la speaker della Camera, la democratica Nancy Pelosi, sembra aver aperto alla procedura. Proprio Pelosi potrebbe annunciare una svolta dei democratici a breve, probabilmente dopo la riunione dei democratici che ha in agenda il dibattito sull'impeachment. Fra le ipotesi allo studio nel partito c'è la creazione di un comitato speciale, simile a quello creato nel 1973 per indagare sul Watergate, con il compito di esaminare i rapporti fra Trump e l'Ucraina e, potenzialmente, spianare la strada alla messa in stato di accusa. «La Camera deve procedere con l'impeachment. E deve farlo oggi», è l'esortazione di Elizabeth Warren, la candidata democratica in testa ai sondaggi.
La prospettiva di una battaglia sulla messa in stato di accusa di Trump gela Wall Street. Già preoccupati dalle tensioni commerciali fra Stati Uniti e Cina i listini americani calano in modo deciso prevedendo possibili mesi di incertezza e confusione, e temendo i tweet di Trump.