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Il boom dei chip e lo spettro del black-out automobilistico europeo

Il settore dei semiconduttori diviso tra l'euforia dei chip AI in Corea del Sud e l'allarme per la produzione auto europea, che rischia di fermarsi «nel giro di pochi giorni».
Afp
Fonte IlSole24Ore
Il boom dei chip e lo spettro del black-out automobilistico europeo
Il settore dei semiconduttori diviso tra l'euforia dei chip AI in Corea del Sud e l'allarme per la produzione auto europea, che rischia di fermarsi «nel giro di pochi giorni».

MILANO/SEUL - Siamo al paradosso. Quello generato dall'industria globale dei semiconduttori, fondamentali per i sistemi elettronici dei veicoli (accensione, trasmissione...).

Da un lato, assistiamo al trionfo - alimentato dalla domanda per i data center dell'IA - del produttore sudcoreano SK Hynix, che ha esaurito la produzione di chip per il prossimo anno grazie alla domanda di intelligenza artificiale, prevedendo una "chip super cycle", ovvero che la domanda crescerà più del previsto e la produzione non riuscirà a stare al passo. La società ha infatti registrato profitti record e ha già venduto l'intera produzione del prossimo anno, puntando a nuovi chip HBM4 entro fine 2025.

E mentre Kim Kyu-hyun, responsabile del marketing della memoria DRAM, conferma a Il Sole24Ore che «la crescita dell’offerta non riuscirà a tenere il passo con la domanda», dall'altro lato del mercato, l'Europa è in allarme per la carenza di componenti elettronici. Il che minaccia di bloccare le catene di montaggio delle auto. A questo riguardo, l'Associazione dei costruttori automobilistici europei (ACEA) ieri ha lanciato l'allarme: le scorte di semiconduttori stanno finendo e la produzione di auto potrebbe fermarsi «nel giro di pochi giorni».

Al netto della tensione tra Europa e Cina per la decisione di Xi Jinping di limitare l’export di terre rare, la crisi è stata innescata anche dal blocco delle esportazioni dei chip Nexperia da parte della Cina - che impacchetta il 70% dei semiconduttori prima della distribuzione -, in risposta alla decisione del governo olandese di assumere il controllo della società.

E mentre Mercedes cerca fonti alternative (ma ci vorranno mesi per implementare nuovi sistemi produttivi), Honda ha sospeso le attività in un impianto in Messico a causa di questa disputa e a questo riguardo, la Japan Automobile Manufacturers Association (Jama) ha espresso preoccupazione per l'impatto «grave sulla produzione mondiale».



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