La scure di Trump

Tensioni sui mercati e trattative in corso con l'Ue.
WASHINGTON - Giappone, Corea del Sud, Myanmar, Laos, Sudafrica, Malesia e Kazakistan: sono stati i primi sette destinatari delle lettere inviate dagli Stati Uniti (e postate su Truth) per annunciare i dazi - dal 25% al 40% - che entreranno in vigore dal 1 agosto.
Successivamente, sempre tramite il proprio social network, il presidente statunitense ha annunciato i dazi anche verso Indonesia (32%), Bangladesh (35%), Serbia (35%), Cambogia (36%) e Thailandia (36%).
E mentre Wall Street accusa il colpo, con il Dow Jones e il Nasdaq in sofferenza, nel continente europeo per ora le trattative proseguono seguendo il ritmo volubile della Casa Bianca. La finestra negoziale - estesa da un nuovo ordine esecutivo del tycoon - resterà aperta fino all'inizio del prossimo mese.
Ma il tono e la traiettoria dei colloqui per l'Ue sono nelle mani della leader tedesca che, dinanzi al Parlamento europeo, ha ribadito con nettezza la linea: negoziare «con forza e unità». Una regia condivisa con Berlino, Roma e Parigi, testimoniata dai contatti costanti che il cancelliere tedesco Friedrich Merz ha avuto anche con Giorgia Meloni ed Emmanuel Macron per rinsaldare il fronte attraversato da sensibilità e urgenze diverse.
Lo scambio domenicale tra von der Leyen e Trump, annunciato all'indomani da palazzo Berlaymont, non sarebbe stato isolato: contatti analoghi tra i due presidenti, secondo quanto è trapelato, si sono susseguiti nelle ultime settimane. «Siamo all'inizio della fase finale e per posizionarci al meglio nel negoziato non possiamo aggiungere altro», ha spiegato un portavoce dell'esecutivo Ue, ribadendo la volontà confermata dai commissari Maros Sefcovic e Valdis Dombrovskis - rispettivamente agli ambasciatori e ai ministri dell'Economia dei Ventisette - di ottenere «il miglior accordo possibile» con Washington.





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