«Non c'è e non ci sarà una crisi umanitaria a Rafah»

«I nostri sforzi responsabili stanno dando i loro frutti», sostiene Benjamin Netanyahu
TEL AVIV - «Le nostre forze stanno combattendo in tutta la Striscia di Gaza, a Jabalyia, Zaitun e Rafah. Lo facciamo evacuando la popolazione civile e adempiendo al nostro impegno nei confronti dei loro bisogni umanitari. I nostri sforzi responsabili stanno dando i loro frutti». Lo ha detto il premier israeliano Benjamin Netanyahu.
A suo dire «finora a Rafah è stato evacuato dalle zone di combattimento quasi mezzo milione di persone. La catastrofe umanitaria di cui hanno parlato non si è materializzata, né si materializzerà».
Netanyahu, in un discorso diffuso dal suo ufficio, ha quindi sottolineato che «i discorsi sul 'giorno dopo', finché Hamas rimarrà intatto, rimangono solo chiacchiere, prive di contenuto». «Fino a quando non sarà chiaro che Hamas non controlla militarmente Gaza, nessun partito - ha aggiunto - sarà disposto ad assumere la gestione civile di Gaza per paura della sua sicurezza».
«Contrariamente a quanto si sostiene, da mesi siamo impegnati in vari tentativi - ha spiegato - per trovare una soluzione a questo complesso problema». "Alcuni tentativi sono segreti e questa è una buona cosa. Questo fa parte degli obiettivi di guerra che abbiamo definito e siamo determinati a raggiungerlo anche noi". "L'eliminazione di Hamas è un passo necessario - ha concluso - per garantire che 'il giorno dopo' non vi sia a Gaza alcun elemento che ci minacci".
Netanyahu ha poi ricordato di aver già "autorizzato le forze di sicurezza a consentire agli abitanti di Gaza, non affiliati ad Hamas, di integrarsi nella gestione civile della distribuzione alimentare a Gaza. Questo tentativo non ha avuto successo, poiché Hamas li ha minacciati e ne ha addirittura feriti alcuni per scoraggiarne altri".




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