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GERMANIAAdidas ingannata. In passerella vestiti logori e modelle a terra

17.01.23 - 10:30
Il gruppo "The Yes Men" ha infranto le aspettative del pubblico per denunciare le condizioni in cui lavorano i dipendenti del marchio
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Adidas ingannata. In passerella vestiti logori e modelle a terra
Il gruppo "The Yes Men" ha infranto le aspettative del pubblico per denunciare le condizioni in cui lavorano i dipendenti del marchio

BERLINO - Una sfilata, un comunicato stampa. E per alcune ore Adidas è stato travolto da una bufera. Un gruppo di attivisti ha organizzato, nel contesto della settimana della moda di Berlino, un evento, a insaputa della marca sportiva, in cui venivano indossati da dei modelli dei vestiti Adidas. Con una sola aggiunta: i capi erano logori e i mannequin deboli e pieni di ferite.

Come raccontato da una giornalista tedesca della Berliner Zeitung che ha assistito alla sfilata, nel pomeriggio di lunedì è stato inviato il seguente messaggio: «Alle 16:30 al "Platte". Ci sarà una sfilata di moda molto speciale». All'entrata c'era il logo di Adidas, ma capovolto, e una scritta: «Affronta la realtà».

L'evento, a cui partecipano decine di persone, si apre ufficialmente con il discorso di un sedicente «creatore senior di Adidas». Racconta di star per presentare la nuova collezione "Reality Wear" con cui Adidas vuole ammettere i propri errori, citando le accuse di antisemitismo e i Mondiali in Qatar. Quindi iniziano a sfilare in passerella vari modelli, vestiti di stracci e pieni di ferite. Uno si trascina dietro anche una tenda logora in cui, secondo la narrativa, passa le sue notti. A uno a uno, tutti cadono dalla passerella.

Nel frattempo Adidas, o così si pensa, invia un comunicato stampa, in cui viene annunciato «un piano rivoluzionario»: Vay Ya Nak Phoan, ex dipendente del settore tessile e poi leader sindacale sta per diventare co-Ceo di Adidas insieme a Bjørn Gulden, l'ex dirigente di Puma, arrivato da Adidas all'inizio del 2023. Inoltre, il cantante Pharrell Williams creerà una linea di prodotti, composta da capi «riciclati da abiti indossati ininterrottamente per sei mesi dai lavoratori cambogiani che non ricevono uno stipendio dall'inizio della pandemia».

Il comunicato stampa è stato ripreso da vari siti di informazione e magazine. Peccato che fosse tutto falso. A organizzare la sfilata a Berlino e a scrivere la mail è in realtà stato il gruppo di attivismo "The Yes Men", che si diletta nell'ingannare i media per denunciare situazioni di disagio e di discriminazione in seno a numerose realtà.

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COMMENTI
 

Panoramix il Druido 1 anno fa su tio
Ecco, questo è un modo creativo di protestare, non come gli idi0ti che imbrattano i quadri!
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