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MONDOCrolla il traffico aereo: a rischio 46 milioni di posti di lavoro

30.09.20 - 18:15
Per il Direttore dell'ATAG, Micheal Gill, è importante riportare certezza nel settore del turismo
Keystone
Crolla il traffico aereo: a rischio 46 milioni di posti di lavoro
Per il Direttore dell'ATAG, Micheal Gill, è importante riportare certezza nel settore del turismo
Secondo l'associazione, che riunisce membri dell'industria aeronautica, i Governi devono agire invece di stilare liste che continuano a cambiare

GINEVRA - Il collasso del sistema d'aviazione globale, causato dalla pandemia di coronavirus, potrebbe cancellare 46 milioni di posti di lavoro in tutto il mondo.

È il risultato di una nuova ricerca, realizzata dall'Air Transport Action Group (ATAG), che evidenzia quanto il calo dei viaggi aerei (e del turismo) sia dannoso, e pericoloso, per l'economia globale.

L'ATAG, i cui membri sono organizzazioni dell'industria aeronautica con sede a Ginevra, ha dichiarato nel rapporto pubblicato che più della metà degli 88 milioni di posti di lavoro sostenuti dall'aviazione potrebbero essere persi a causa della pandemia.

Nel settore le prospettive sono cupe, e molti si aspettano che i viaggi aerei non torneranno ai livelli degli scorsi anni almeno fino al 2024. La principale fetta di posti di lavoro perduti coinvolgerà le compagnie aeree, gli aeroporti, e le società aerospaziali (4,8 milioni). 

I numeri preoccupano - L'analisi di Oxford Economics spiega poi che altri 26 milioni di licenziamenti avrebbero luogo nel turismo, legato ai viaggi aerei, e altri 15 milioni nelle aziende che vendono beni e servizi a tutte le imprese legate al trasporto aereo e all'industria aeronautica.

Il colpo è forte anche sul PIL globale: uno stop prolungato ai viaggi porterebbe ad una perdita di 1,8 trilioni di dollari.

La pandemia avrà «implicazioni di vasta portata sul settore per molti anni», si legge nel rapporto, che evidenzia come milioni di lavoratori dipendono dai viaggi aerei globali.

Sono già una realtà - I tagli di posti di lavoro presso le principali compagnie e aziende legate ai trasporti aerei sono effettivamente già iniziati. Come riporta la Cnn, Lufthansa, British Airways, Ryanair, Air France-KLM e Scandinavian Airlines hanno già annunciato che sono 50'000 i posti a rischio, solo tra di loro, anche se Ryanair ha dichiarato a Reuters che è stato possibile limitare i licenziamenti dopo che i piloti e il personale di cabina hanno accettato dei tagli agli stipendi.

Tuttavia, una riduzione degli stipendi, non è sostenibile a lungo termine, «e l'impatto del Covid-19 porterà a una drastica riduzione dell'occupazione».

Anche negli USA, la situazione è simile: le compagnie locali hanno già avvertito il Congresso che 100'000 posti di lavoro sono a rischio, e coinvolgono aziende come Boeing, Airbus, GE Aviation e Rolls-Royce, che hanno già dovuto ridurre il loro organico a causa della domanda estremamente ridotta delle compagnie aeree.

Duro colpo al turismo - L'effetto negativo e le conseguenze nefaste del calo del traffico aereo sono un duro colpo anche per il turismo in generale.

Prima della pandemia, infatti, circa il 58% dei turisti arrivava alle proprie destinazioni in aereo.

«Spetta ai governi fare tutto il possibile per aiutare il settore a rimettersi in piedi, in modo da poter riportare quei posti di lavoro e far ripartire l'attività economica», ha concluso Michael Gill, direttore esecutivo dell'ATAG in un comunicato. Gill ha poi chiarito l'importanza di agire, piuttosto che di continuare a fare «dichiarazioni di quarantena casuali e liste in continuo aggiornamento di destinazioni accettabili e inaccettabili».

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COMMENTI
 

sedelin 3 anni fa su tio
è una buona notizia!

VECCHIOTTO 3 anni fa su tio
Dai non preoccupiamoci, dopo il voto di domenica troveranno lavoro in Svizzera

tip75 3 anni fa su tio
in ogni caso se ognuno fa vacanza a casa sua il settore lavora comunque, ovviamente non gli aerei ma i miracoli non li fa nessuno, il mondo è cambiato,bisogna adeguarsi e cambiare

tip75 3 anni fa su tio
vabbè non si capisce come...la pandemia c’è,recupereranno quando finisce

Norvegianviking 3 anni fa su tio
È evidente che bisognerà rivedere tutto il contesto turistico, dagli aerei agli alberghi, dalla ristorazione alle visite dei musei. Tutto.
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