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ITALIACalco di Pompei: abbraccio di due uomini amanti

06.04.17 - 16:50
Lo rivela il Dna
Keystone
Calco di Pompei: abbraccio di due uomini amanti
Lo rivela il Dna

POMPEI - L'abbraccio di due fanciulle: era stato definito così il calco dei due corpi ritrovato agli inizi del Novecento nella Casa del Criptoportico negli scavi di Pompei. Ora, grazie agli ultimi studi con l'analisi della Tac e del Dna, si scopre che sono due uomini stretti tra loro, il più giovane con il capo affondato nel ventre dell'altro.

«L'utilizzo delle indagini antropologiche e di Dna si rivela sempre più uno strumento fondamentale per la conoscenza scientifica - dice, in una nota, il direttore generale Massimo Osanna che oggi ha rivelato la notizia - perché sono in grado di dare certezza in campo archeologico a quelle che un tempo potevano essere solo delle ipotesi.

Quanto emerso dai recenti studi condotti su due vittime ritrovate nella domus del Criptoportico conferma questa teoria. In questo caso possiamo affermare che non si tratta di due donne e che non vi fosse rapporto di parentela in linea materna, tuttavia non si può concludere scientificamente quale tipo di legame affettivo unisse le due vittime "rapite alla morte", secondo la poetica espressione di Giuseppe Fiorelli».

All'epoca del rinvenimento (1914) l'allora soprintendente Vittorio Spinazzola reputò che i due corpi ritrovati distesi e vicini, l'uno con la testa nel grembo dell'altro, appartenessero a due donne. Ad oggi i recenti studi antropologici hanno rivelato che i corpi, sulla base della conformazione ossea e dei caratteri morfologici, corrispondono l'uno a un individuo adulto (più di 20 anni) e l'altro ad uno più giovane (circa 18 anni).

Le analisi del Dna hanno invece determinato che la vittima più giovane era certamente un uomo, forse anche l'altro. In questo secondo caso, tuttavia, ''è possibile avanzare solo ipotesi a causa del Dna altamente degradato''.

Le analisi ''sono state condotte mediante ricostruzione della sequenza di Dna su campioni costituiti da un dente e da frammenti ossei, previa pulizia e polverizzazione, e hanno inteso indagare anche le presunte relazioni di parentela per linea materna (le uniche rilevabili da indagini Dna), che non è stato possibile dimostrare''.

 

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