L'MPS interpella il Consiglio di Stato sulla situazione nelle strutture ospedaliere cantonali
I deputati chiedono lumi anche sui controlli svolti negli ultimi cinque anni dall'Ispettorato del lavoro: «In quanti e quali ospedali?»
BELLINZONA - Il tempo impiegato per cambiarsi, indossando gli abiti da lavoro e i dispositivi di protezione, dal personale sanitario va riconosciuto come tempo di lavoro? Sulla questione si è chinato il Movimento per il socialismo (MPS), che - citando una recente sentenza emessa dal Tribunale del lavoro di Bülach, che ha dato ragione alla richiesta di alcuni dipendenti dell'ospedale cittadino - interpella ora il governo in merito a quanto accade presso l'Ente ospedaliero cantonale.
Tra le domande poste al Consiglio di Stato, i deputati Matteo Pronzini, Simona Arigoni e Angelica Lepori chiedono in particolare di confermare se corrisponde al vero che il tempo di lavoro necessario per cambiarsi (15 minuti) presso l'EOC, «non viene considerato come tempo di lavoro» e se l'Ispettorato del lavoro ha svolto «controlli sull'applicazione del tempo di lavoro» negli ospedali dell'Ente nel corso degli ultimi cinque anni.
Tornando alla sentenza di Bülach, i giudici zurighesi hanno infatti riconosciuto il diritto alla retroattività per un periodo di un lustro. E in questo senso, l'MPS chiede pure al Consiglio di Stato in quale modo intenda procedere per «imporre all'EOC il pagamento, rispettivamente, la compensazione del tempo di lavoro necessario per cambiarsi degli ultimi cinque anni e per il futuro».
Le domande dell'interpellanza