CANTONE
10.01.2020 - 08:110
«Il Cantone torni proprietario delle sue acque»
Interrogazione del Partito comunista al Governo: «Si ha intenzione di gestire in proprio gli impianti idroelettrici o si vogliono distribuire nuove concessioni ad aziende elettriche private?»
BELLINZONA - Lo sfruttamento della forza idrica rappresenta quasi il 60% della produzione nazionale di energia. Con la dismissione delle centrali nucleari, poi, l’importanza di questa fonte energetica pulita non potrà che aumentare, assumendo quindi una valenza ancor più strategica per il fabbisogno del Paese.
In Ticino le più importanti concessioni idroelettriche scadranno nel 2035. Tuttavia, rilevano i due granconsiglieri del Partito comunista Massimiliano Ay e Lea Ferrari, «già in tempi a noi molto più vicini occorrerà prefigurare una strategia concreta che permetta al Cantone di tornare effettivamente proprietario degli impianti idroelettrici».
Per questo, Ay e Ferrari hanno presentato un'interrogazione al Consiglio di Stato sul tema. Ecco le domande sottoposte all'attenzione dell'esecutivo cantonale:
- Quali sono le intenzioni del Consiglio di Stato in merito ad una potenziale riversione degli impianti idroelettrici siti sul territorio cantonale? Si ha intenzione di gestirli “in proprio” attraverso l’Azienda Elettrica Ticinese (AET) o si vogliono distribuire nuove concessioni ad aziende elettriche private o semi-private?
- Sarà importante che fra il fotovoltaico e l’idroelettrico vi sia complementarietà: come si intende tradurre questa prospettiva nel concreto? In particolare è fattibile che sia l’AET a gestire entrambi i settori e a coordinare la produzione di energia elettrica sull’arco dell’anno?
- Quali sono i margini di sviluppo economico legati al settore idroelettrico che si prospettano per il Cantone? Quale ruolo vi giocherebbe lo Stato?
- In relazione alla domanda precedente, in che termini è fattibile:
a) ipotizzare concretamente una collaborazione con centri di competenza e di ricerca con sede in Ticino e lo sviluppo di appositi dipartimenti alla SUPSI?
b) creare cluster industriali – magari a partire dai capannoni dismessi già oggetto di altri atti parlamentari – connessi al settore idroelettrico? - Come rientra la prospettata reversione degli impianti idroelettrici con il Piano energetico cantonale? Si renderà necessario un aggiornamento dello studio dell’AET per la stima del potenziale derivante dal rinnovo e dall’ottimizzazione degli impianti idroelettrici?
L'importante è farsi vedere attivi, sic. Ma è evidente che la politica nostrana non si lascerà sfuggire il momento per riappropriarsi dello sfruttamento delle proprie acque. Se ai tempi fu concesso ad altri il motivo era che il Ticino a quei tempi non aveva le risorse economiche e professionali per poter investire tutto quel pacco di miliardi. Chi ne dubita provi ad interessarsi delle opere create in questo ambito ( le dighe sono solo una piccola parte) Il Ticino è una groviera di passaggi, tünnel, tubi, centrali ecc. Il cantone del resto ha una azienda che prende sempre più importanza e competenze in questo campo e potrà benissimo prepararsi per integrare l'esistente ( che è nonostante i capitali d'oltralpe, gestito da personale indigeno e competente ). Ai :politichetta da carenza mediatica!