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LUGANOSalari in Euro a un cambio sfavorevole, la giustizia dà ragione all'OCST

03.06.14 - 14:07
Il caso riguardava una ditta del Luganese che pagava i suoi dipendenti frontalieri in euro e con un cambio di 1,42 aziché di 1,20
Foto d'archivio (Tipress)
Salari in Euro a un cambio sfavorevole, la giustizia dà ragione all'OCST
Il caso riguardava una ditta del Luganese che pagava i suoi dipendenti frontalieri in euro e con un cambio di 1,42 aziché di 1,20

LUGANO - Il Tribunale d'Appello dà ragione all'OCST. I salari in euro versati ai propri dipendenti da una ditta del Luganese non sono permessi.

Come scrive il sindacato Cristiano Sociale in una nota diramata nel primo pomeriggio di martedì, la decisione della Camera civile dei reclami del Tribunale d’Appello dovrebbe sancire il successo definitivo dell’OCST in una causa riguardante il pagamento dei salari in euro ad un tasso di cambio fissato arbitrariamente dall’azienda.

Come viene ricordato, "l'OCST era insorta contro una ditta del Luganese che, malgrado la presenza di salari minimi in franchi fissati da un contratto collettivo, aveva optato per il pagamento dei salari in euro ad un cambio sfavorevole ai lavoratori invocando difficoltà di mercato dovute all’elevato apprezzamento del franco. In concomitanza con l’impennata del franco prodottosi nel corso del 2011, l’azienda aveva iniziato a convertire il salario della manodopera frontaliera ad un cambio di 1,42 quando il tasso si attestava attorno all’1,20".

Già condannata dalla prima istanza di giudizio a versare la differenza, la ditta ha interposto reclamo al Tribunale d’Appello. La massima istanza cantonale conferma ora e convalida ulteriormente la sentenza iniziale. "Il Tribunale - si legge nella nota - ribadisce che, quand’anche l’azienda avesse inteso versare i salari in euro invece che in franchi, avrebbe dovuto farlo ad un tasso corretto. Il cambio imposto dall’azienda era al contrario manifestamente sproporzionato. Come tale configura un indebito ribaltamento sul lavoratore del rischio di impresa. Per il Tribunale, “il pagamento del salario in un’altra moneta andrebbe fatto al corso del giorno della scadenza” e non sulla base di medie riferite a periodi di lunga durata. “Non spetta al lavoratore - ma al datore di lavoro - sopportare il rischio d’esercizio dell’impresa dovuto alla variazione dei cambi della moneta”.

Un altro aspetto riguarda la parità di trattamento, sancita nero su bianco nei trattati di libera circolazione in vigore in Svizzera. "Secondo l’accordo sulla libera circolazione - si legge nella nota - i lavoratori stranieri non possono essere trattati diversamente dai dipendenti nazionali per quanto riguarda le condizioni di impiego e in particolare in materia di retribuzioni. Nel caso specifico, applicata ai soli lavoratori frontalieri, “la misura configura una violazione del principio di non discriminazione” sancito dall’Accordo sulla libera circolazione".

L'OCST saluta positivamente questa sentenza perché permette di far chiarezza in un ambito, quello del trattamento salariale dei lavoratori dipendenti, che in Ticino suscita sempre accesi dibattiti. "Benché la situazione valutaria si sia nel frattempo stabilizzata - conclude la nota - grazie in particolare all’intervento della Banca nazionale, questa decisione del Tribunale d’Appello conferisce chiarezza ad una materia che potrebbe riproporsi. Per l’OCST, che si è anche battuta a sostegno del divieto di versare i salari in una moneta estera senza però raggiungere questo obiettivo, le considerazioni e la decisione del Tribunale consentono perlomeno di evitare un impiego abusivo del cambio. E’ un risultato di particolare valore che il sindacato saluta con soddisfazione".

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