È di Locarno la ragazza accusata di essere complice dell'omicidio di Albino
Era fuggita di casa mesi fa. “Lui l’ha portata sulla cattiva strada”
LOCARNO - È di Locarno la ragazza accusata di essere complice dell'omicidio di Albino. Martedì, la 16enne svizzera di origine kosovara è stata arrestata con l’accusa di avere ordito assieme al fidanzato, il 24enne Amine El Ghazzali, l’omicidio della ex moglie di lui, Sara El Omri.
Situazione familiare difficile - Una “situazione familiare difficile”, i genitori divorziati, e quel ragazzo di fuori, che “l’ha portata sulla cattiva strada”. Ma nessuno, a Locarno, si sarebbe aspettato che J. S., 16 anni, potesse diventare complice di un omicidio. “Sono allibita dall’accaduto, non riesco nemmeno a immaginarmi che possa aver fatto una cosa del genere…” racconta un’amica. Certo i segni di disagio non mancavano: solo cinque mesi fa, la ragazza era sparita di casa, tanto da indurre la Polizia Cantonale ticinese a diramare un avviso di scomparsa poi ritirato il giorno dopo.
La denuncia - Una “ragazza grande” J. S.: cresciuta in fretta, troppo forse. Una madre con problemi mentali – ricostruiscono gli inquirenti - un padre risposato che “non voleva più saperne” della vecchia famiglia. E quella gravidanza non facile, a 16 anni, di cui "le voci circolavano già a Locarno" raccontano i conoscenti. A gennaio scorso la fuga, in Kosovo forse, poi a Bergamo: a 40 giorni dall’allontanamento, l'avviso di scomparsa.
"Se è vero amore..." - J. S., si era appreso, era in buone condizioni di salute e si era messa in contatto con la madre. Era rimasta oltre confine con il fidanzato, però: quell’Amine El Ghazzali per cui lei era ancora “l’altra”, già sposato. "Se è vero amore, non finisce mai" scriveva lei su Facebook. Alla fine i due hanno deciso – è la ricostruzione degli inquirenti – di dare appuntamento alla moglie di lui in un parcheggio, martedì sera. E di farla finita con 24 coltellate.




Su alcuni temi riceviamo purtroppo con frequenza messaggi contenenti insulti e incitamento all'odio e, nonostante i nostri sforzi, non riusciamo a garantire un dialogo costruttivo. Per le stesse ragioni, disattiviamo i commenti anche negli articoli dedicati a decessi, crimini, processi e incidenti.
Il confronto con i nostri lettori rimane per noi fondamentale: è una parte centrale della nostra piattaforma. Per questo ci impegniamo a mantenere aperta la discussione ogni volta che è possibile.
Dipende anche da voi: con interventi rispettosi, costruttivi e cortesi, potete contribuire a mantenere un dialogo aperto, civile e utile per tutti. Non vediamo l'ora di ritrovarvi nella prossima sezione commenti!