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«Non alleviamo bestie per essere risarciti»

CANTONE«Non alleviamo bestie per essere risarciti»

26.04.22 - 17:46
Dante Pura, presidente della Federazione ticinese consorzi allevamento caprino e ovino: «Il lupo non serve a niente».
Tio/20 minuti - D. Giordano
«Non alleviamo bestie per essere risarciti»
Dante Pura, presidente della Federazione ticinese consorzi allevamento caprino e ovino: «Il lupo non serve a niente».
Pecore sbranate in Valle Rovana: dietro le quinte della protesta in Piazza Governo. Tra canti pacifici e tanta rabbia. Loris Ferrari, capo della Sezione dell'agricoltura: «Ticino caso particolare».

BELLINZONA - Maglietta arancione. Sguardo da ribelle. E niente peli sulla lingua. Dante Pura, presidente della Federazione ticinese consorzi allevamento caprino e ovino, è tra i più attivi nella scioccante manifestazione svoltasi martedì pomeriggio davanti al palazzo del Governo, a Bellinzona. Quelle carcasse in Piazza della Foca, provenienti dalla Val Rovana, per lui significano tanto. «Ho dedicato la mia vita all'agricoltura. Il lupo non è mai servito e non serve ancora oggi», racconta a Tio/20minuti. 

«Un lato affettivo» – Dante Pura, allevatore di capre, è tra i tanti contadini che si sentono messi alla prova dalla presenza del grande predatore su suolo ticinese. Spiega ad esempio di avere avuto brutte esperienze sull'alpe Caneggio, sotto il Camoghè. Ma soprattutto rivela un suo sentimento particolare: le perdite non sarebbero riconducibili solo all'aspetto finanziario. «Allevare pecore e capre è la nostra passione. C'è un lato affettivo. Legato anche ai tanti sacrifici che si fanno. A un certo punto non è neanche più una questione di risarcimenti. Non alleviamo bestie per essere risarciti». 

Il canto pacifico – Appena arrivato a Bellinzona Dante Pura trascina una pecora morta e la avvicina alla porta di Palazzo delle Orsoline. Altri agricoltori fanno la stessa cosa. Un gesto di rabbia frammista a dolore. «Ci teniamo ai nostri animali. E crediamo in quello che facciamo». Intanto c'è chi intona un canto di protesta pacifica (si veda il video in allegato). C'è chi ne dice di tutti i colori. E c'è chi preferisce stare in silenzio. Chiedendosi se tutto questo servirà davvero a smuovere le acque o se resterà un macabro gesto folkloristico. 

Convivenza complicata – Sulla questione Tio/20Minuti ha interpellato anche Loris Ferrari, capo della Sezione dell'agricoltura. «Sul caso di Cerentino non mi posso esprimere perché gli accertamenti sono ancora in corso. Gli studi svolti finora in collaborazione con l’Ufficio federale dell'ambiente (UFAM) però ci indicano che in Ticino la convivenza tra lupo e contadini è molto complicata».

Morfologia e allevamenti piccoli – Ferrari cita lo studio specifico di Agridea. «Solo il 30% delle greggi delle aziende visitate possono essere gestite in maniera tale per cui il rischio di predazione risulta diminuito o gli adattamenti necessari sono di lieve entità. Nel resto delle greggi risulta molto difficile mettere in atto delle misure di protezione ragionevolmente esigibili. Il Ticino è particolare, sia per la sua morfologia sia per il fatto che la maggior parte degli allevamenti è piccola». 

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