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LUGANOChiamano il Telefono Amico disperati e senza lavoro

11.01.19 - 06:04
Disoccupazione e problemi di coppia sollecitano il 143. «Mai creare un rapporto di amicizia con chi chiama». Aperte le iscrizioni per formare nuovi volontari
Chiamano il Telefono Amico disperati e senza lavoro
Disoccupazione e problemi di coppia sollecitano il 143. «Mai creare un rapporto di amicizia con chi chiama». Aperte le iscrizioni per formare nuovi volontari

LUGANO - Iperconnessi e ipersoli. Un paradosso solo apparente, ma il bisogno d’ascolto cresce anche nella società ticinese dove fitta è la rete di servizi sociali, associazioni ed enti in grado di aiutare. Sgombriamo subito il campo dal dubbio, lo sfogatoio dei social non ha diminuito l’attività di Telefono Amico. Le sollecitazioni, anzi, restano elevate. Ad esempio quelle legate al mondo del non-lavoro. Sempre più giovani disoccupati cercano conforto chiamando il 143: «Siamo un’antenna che intercetta i problemi del cantone - sottolinea Claudia Cattaneo Rossi, responsabile della comunicazione di Telefono Amico Ticino e Grigioni Italiano, con un’esperienza come volontaria.  

La frustrazione dei giovani - Il lavoro è una delle emergenze. «La tipologia delle chiamate, se pensiamo soprattutto ai giovani adulti, dai 20 ai 35 anni, concerne spesso ragazzi che si trovano a casa disoccupati, magari già in assistenza. Per loro è una sofferenza rendersi conto che non riescono a trovare un’occupazione, un’indipendenza economica. Perciò trascorrono le giornate a casa senza far nulla… Tutto ciò crea solitudine, sconforto per l’assenza di un progetto, anche familiare, rivolto al futuro». Una frustrazione che, ricorda Cattaneo Rossi, si è palesata soprattutto negli anni più recenti.

Garanzia di risposta - Telefono amico non è un ufficio di collocamento. Ma un aiuto lo può dare: «Chi chiama ha innanzitutto la garanzia che qualcuno risponderà. E soprattutto è disposto ad ascoltare. Dopo l’accoglienza si applicano quei modi di fare imparati con la formazione. Sicuramente il volontario non ha giudizi, pregiudizi o ricette per risolvere il problema. Ma il volontario fa un lavoro di percorso per portare la persona che sta chiamando ad una propria soluzione. O trovare le risorse».

Empatia, non amicizia - I rapporti che possono instaurarsi hanno precise caratteristiche: «I volontari non diventano amici - sottolinea Cattaneo Rossi - perché si usa l’empatia, ma non la simpatia né tantomeno l’antipatia verso qualcuno. Telefono Amico non vuole che si crei una dipendenza con il volontario. Il colloquio d’aiuto serve a capire le emozioni che stanno dietro le parole». Succede talvolta che il 143 raccolga lo sfogo di chi ha paura dell’ennesima porta in faccia durante un colloquio di lavoro. «Parlarne permette di far emergere chiara la consapevolezza della paura a ripresentarsi. L’aspetto principale per poterne uscire è capire l’emozione che sta dietro i fatti. E poi discuterne».

Conflitti e solitudine - La giovane e media età non esaurisce il campo d’azione di Telefono Amico. «Dai 30 ai 55 anni sono frequenti e in crescita le casistiche delle chiamate legate alle relazioni di coppia o più in generale familiari» spiega Cattaneo Rossi. Ma poi a telefonare sono anche gli anziani e allora il volontario affronta il tema di un’altra solitudine fisica. «Una solitudine fisica che diventa poi emotiva. Soprattutto durante le feste alcune persone avvertono una tristezza che le spinge a chiamare anche solo per uno scambio di auguri».

Parlare può salvare  - Ma Telefono Amico nato anche per rispondere alla chiamata dell’estrema disperazione: «Capita che persone chiamino manifestando intenzioni suicidali. È vero però che chi ha composto il 143 ha voglia di essere aiutato e perciò ha già fatto passi verso un non-morire. Sono persone che stanno penando e chiedono aiuto. A tal proposito ricordo il nostro progetto, in collaborazione con le Ffs, “Parlare può salvare” presente anche su web».

Fare il volontario non logora - In conclusione, va sottolineato che l’anonimato fa sì che la persona si senta molto libera nel racconto. Anche i silenzi dell’operatore sono molto importanti quando ci sono dei blocchi emozionali dall’altra parte. Ci sono non detti che vanno rispettati. Il cambio di volontario è importante per non creare dipendenza o amicizia. Non tanto perché, va sfatato un altro luogo comune, essere volontario logori: «Se fatto bene, chi lo fa ne esce felice e soddisfatto. Il tempo dedicato al volontariato è tempo dedicato anche a se stessi. Si impara un nuovo modo di ascoltare ed è un arricchimento saper capire le parole delle persone. Non ne esci vuoto, ma pieno».

La ricerca di volontari è aperta per il nuovo corso di formazione che inizia il 23 marzo. Il formulario d’iscrizione si trova sul sito www.143.ch/ticino (altre info 091 970.22.72).

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COMMENTI
 

GIGETTO 5 anni fa su tio
Troppi stranieri che portano via il lavoro ai svizzeri.....semplice!

Tristano 5 anni fa su tio
Ho notato che ci sono un sacco di strade, piazze, boschi, ecc. da pulire. Ingaggiamo la gente in assistenza, così non si annoiano più. Saluti.

jena 5 anni fa su tio
si si ... ritorniamo a votare i partiti storici, che si vede bene dove ci hanno portati !!!

pegi 5 anni fa su tio
Farsi propaganda e vendere corsi di formazione con un titolo forviante
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