CANTONESospettato di aver radicalizzato l’ex agente di Argo 1

LUGANO - Dal 2009 fino ai primi mesi di quest’anno è stato chiuso in carcere per reati sessuali contro una fanciulla di 11 anni. Ma il sospetto è che il 39enne turco S.C., espulso dalla Svizzera a inizio anno,  fosse uno dei punti di riferimento di un gruppuscolo di radicalizzati ticinesi. Proprio quello portato alla luce dall’indagine del Ministero pubblico della Confederazione e sfociato nella condanna di U.Y., l’ex agente Argo 1 condannato a 2 anni e 6 mesi per sostegno a organizzazioni vietate e per aver fatto proseliti, insegnando loro i precetti del radicalismo islamico. Alcuni di loro sono anche partiti per la jihad.

Ripercorsa oggi dal Corriere del Ticino, la storia di S.C. inizia nel 2001 quando l’uomo, in fuga dalla Turchia, chiede e ottiene lo statuto di rifugiato. Nel 2009 finisce in carcere e viene condannato per aver violentato una vicina di casa undicenne. Durante gli anni di carcerazione, l’uomo inizia una lunga battaglia legale contro la sua condanna, così come contro la revoca del suo statuto di rifugiato e la conseguente espulsione dalla Svizzera.

È nel corso di questa battaglia che l’uomo inoltra ricorsi, scrive lettere a consiglieri federali e minaccia pesantemente politici e funzionari. Tanto che, come ha raccontato Norman Gobbi al Cdt, per questi sono stati predisposti «supporto e protezione dalle forze dell’ordine».

Ma, ancora, l’uomo veniva visitato in carcere da U.Y. e da alcuni altri membri del suo gruppo luganese, tanto che nel corso delle indagini sull’ex agente Argo 1, nella cella del 39enne furono messi dei microfoni nascosti. Tanto che chi indagò sospetta che prima del 2009 abbia indirizzato Y. verso l’integralismo islamico.