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GIUBIASCO"Per colpa dell'inceneritore la gente non separa più i rifiuti"

24.08.10 - 15:05
Lo sostengono Marco Rudin, dell'associazione Okkio, e Greta Gysin dei Verdi a un anno di distanza dall'apertura dell'impianto di smaltimento. Secca la reazione di Claudio Broggini, direttore dell'ACR e del ministro Marco Borradori.
Ti-Press
"Per colpa dell'inceneritore la gente non separa più i rifiuti"
Lo sostengono Marco Rudin, dell'associazione Okkio, e Greta Gysin dei Verdi a un anno di distanza dall'apertura dell'impianto di smaltimento. Secca la reazione di Claudio Broggini, direttore dell'ACR e del ministro Marco Borradori.

GIUBIASCO – L’inceneritore di Giubiasco? C’è chi è pronto a sostenere che ha ucciso lo spirito ecologico in Ticino. A un anno dalla sua apertura l’impianto cantonale di smaltimento dei rifiuti genera ancora fiumi di discussioni. In diversi Comuni ticinesi l’attenzione nei confronti del riciclaggio e della separazione dei rifiuti sarebbe in forte calo. “È così – sostiene Marco Rudin, coordinatore dell’associazione Okkio, che si occupa del controllo sull’inceneritore –. Diversi Comuni hanno deciso di non introdurre la tassa sul sacco. Perché tanto c’è l’inceneritore e lì si brucia tutto”. “La verità – aggiunge Greta Gysin, gran consigliera per i Verdi – è che il centro di smaltimento è troppo grande. Non adeguato alle esigenze ticinesi. E così si rinuncia al riciclaggio o alla separazione dei rifiuti pur di bruciare”.

Plastica come fonte di calore - A Sementina ad esempio sembra che da qualche tempo siano spariti i contenitori per la raccolta della plastica. Alla base di questa decisione ci sarebbero l’eccessivo costo del servizio e la difficoltà di riciclare determinati tipi di plastica. “Ma non è l’unico caso – precisa Rudin –. All’inceneritore sostengono che la plastica è difficile da riciclare. E che quindi non è più obbligatorio separarla. La realtà è che hanno bisogno della plastica perché garantisce potere calorico. D’altra parte se un qualsiasi cittadino rende visita all’impianto, si accorge che c’è qualcosa che non quadra. Le ruspe raccolgono di tutto. Resti da cucina, plastica, gomma… Tutto insieme. Tutta roba che si potrebbe separare. È a quel punto che si capisce come oggi la separazione dei rifiuti sia sempre meno praticata. A volte mi chiedo: ma all’inquinamento chi pensa? E alla salute delle persone? È un inceneritore sovradimensionato. Dovrebbe essere attivo solo al 50% per far fronte alle reali necessità ticinesi”. Poi Rudin si sofferma sui costi dell’inceneritore: “Doveva costare 250 milioni di franchi e ne è costato, invece, 350. Ora i responsabili dell’impianto dichiarano di spendere 180 franchi per ogni tonnellata di rifiuti. Ma abbiamo i nostri dubbi. E poi le autorità avevano detto che costruendo l’inceneritore, si sarebbero eliminate delle discariche. Non ci risulta. Basti pensare alla discarica della valle della Motta, tanto per fare un esempio”. 

L’interrogazione in sospeso - Greta Gysin a marzo aveva inoltrato al Cantone un’interrogazione in cui chiedeva chiarezza su quanto accadeva tra le mura dell’inceneritore. “Ma non ho ancora ricevuto risposta – dice –. Nessuno mi ha ancora spiegato perché in Ticino sono stati smaltiti i rifiuti di Zugo. O perché ci sono stati contatti con l’Italia. Sarebbe bello capire quali rifiuti vengono effettivamente bruciati nell’impianto. E con quali modalità. Purtroppo finora il mio testo è stato snobbato. E il silenzio non fa altro che aumentare la mia preoccupazione”.    Per Gysin il problema è più grave di quanto sembri a prima vista. “Perché – sostiene – se sia i privati sia le aziende continuano a non separare più i rifiuti non ci si salva più. Purtroppo non abbiamo i mezzi per avere sotto controllo tutta la situazione. La scarsa collaborazione da parte delle autorità competenti ci lascia perplessi”. 

La replica - Pronta la replica di Marco Borradori, direttore del Dipartimento del territorio. “Non è vero che l’inceneritore fa fatica a trovare rifiuti da smaltire – puntualizza –. Semmai è il contrario, ne abbiamo troppi. Stiamo portando avanti un censimento e i dati purtroppo li avremo solo alla fine dell’anno. Ma finora, comunque, di lamentele noi direttamente non ne abbiamo ricevute”.  Poi un’osservazione sul riciclaggio dei rifiuti. “In Ticino, sotto la mia gestione è passato da una percentuale del 17% a una del 50%. Siamo in perfetta media svizzera. Forse per i Verdi è diventato un po’ un luogo comune criticare l’inceneritore”. Claudio Broggini, direttore dell’Azienda Cantonale dei Rifiuti pone l’accento sull’efficienza dei controlli: “Da parte nostra sono sempre puntuali e precisi. Facciamo il possibile affinché tutto sia in regola. Le dimensioni dell’impianto sono adeguate alle necessità. Ma alla fine dell’anno, quando avremo le cifre, potremo illustrare meglio la situazione. Lavoriamo molto anche sulla sensibilizzazione dei cittadini, dei Comuni e delle aziende. Mi spiace ma tutte queste critiche nei nostri confronti sono ingiustificate”.

Patrick Mancini

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