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BERNAE dopo Widmer-Schlumpf?

28.10.15 - 18:07
Sono molti i papabili UDC che si ipotizza possano correre per uno scranno in Consiglio federale, da Heinz Brand ad Heinz Tännler. Per il Ticino le chances sono nulle
E dopo Widmer-Schlumpf?
Sono molti i papabili UDC che si ipotizza possano correre per uno scranno in Consiglio federale, da Heinz Brand ad Heinz Tännler. Per il Ticino le chances sono nulle

BERNA - Il ritiro di Eveline Widmer-Schlumpf facilita il compito dell'UDC, che rivendica un secondo seggio in governo. Il partito non deve più attaccare un ministro in carica, ma solo affrontare una ipotetica candidatura del centrodestra. Rimane da scegliere il buon candidato o il buon ticket il 20 novembre in vista del rinnovo integrale del governo in programma il 9 dicembre.

La commissione ad hoc istituita in seno al partito di Toni Brunner, grande vincitore delle elezioni federali del 18 ottobre, per vagliare i possibili "papabili" ha finora potuto ascoltare diverse persone, tra cui alcune con tutte le carte in regola per diventare ministro, come più volte ripetuto dallo stesso consigliere nazionale sangallese.

Le sezioni cantonali hanno tempo fino al 13 novembre per comunicare loro eventuali candidati. La commissione trasmetterà le sue raccomandazioni al gruppo parlamentare il 16 novembre e questo sceglierà il o i candidati finali il 20 novembre. Secondo Brunner l'opzione di un ticket con due nomi è la più probabile. I prescelti saranno in seguito esaminati dagli altri gruppi.

Il centrodestra potrebbe mettere un po' di scompiglio lanciando un proprio candidato. Ma il presidente del PPD Christophe Darbellay ha riconosciuto pubblicamente il diritto dell'UDC a due seggi e un'intesa del suo partito con i Verdi liberali e il PBD di Eveline Widmer-Schlumpf per un pretendente non democentrista non sembra in vista.

Ridda di nomi

Tra i volti noti anche a livello nazionale figura l'UDC grigionese Heinz Brand, già capo della polizia degli stranieri nel suo cantone e giudicato un esperto delle questioni migratorie. Il fatto che figuri tra i promotori dell'iniziativa popolare "Diritto svizzero invece di giudici stranieri" potrebbe però non piacere agli altri partiti. Brand è vicino alla linea dell'UDC nazionale, ma è considerato anche una persona aperta al dialogo.

Anche il direttore del Dipartimento costruzioni di Zugo Heinz Tännler, che quattro anni fa aveva sfiorato la nomina per la corsa all'esecutivo finendo dietro allo zurighese Bruno Zuppiger (quest'ultimo dovette tuttavia rinunciare per un caso di truffa), figura tra i favoriti. Dopo la rinuncia di Zuppiger, gli venne però preferito il consigliere nazionale turgoviese Hans-Jörg Walter. La corsa di Tännler in Consiglio federale potrebbe essere condizionata dal fatto di aver lavorato per la FIFA quale giurista. Viste le procedure giudiziarie in corso, l'UDC vuole evitare un secondo caso Zuppiger.

Nelle ultime settimane è salito alla ribalta anche il nome del consigliere agli Stati sciaffusano Hannes Germann, già dato tra i favoriti nel 2011. Le sue posizioni meno rigide sull'asilo e favorevoli agli accordi bilaterali ne fanno un candidato eleggibile anche per gli altri partiti, ma sospetto agli occhi dei suoi colleghi di partito.

Accanto a quello di Germann circola il nome del consigliere nazionale argoviese Hansjörg Knecht; quest'ultimo ha la stoffa del ministro, ha sostenuto Brunner, spiegando che Knecht difende una linea politica chiara, ma è anche capace di scendere a compromessi. Quale imprenditore vicino all'agricoltura potrebbe piacere a molti parlamentari: unico neo non da sottovalutare: è argoviese, come la consigliera federale del PPD Doris Leuthard.

A questo drappello di "papabili" si aggiungono i consiglieri nazionali Thomas Hurter (SH), Albert Rösti (BE) e Adrian Amstuzt (BE). Hurter, pilota, si è fatto conoscere per le sue posizioni sui Gripen e la riforma dell'esercito. In seno al suo partito non è considerato un candidato di prima scelta; pur essendo fedele alla linea del partito, non è considerato un "falco".

Lo stesso si può affermare di Albert Rösti. Il carattere moderato di quest'ultimo potrebbe piacere anche al centro, ma non a tutti gli esponenti democentristi. Il fatto poi di essere bernese costituisce un handicap pressoché insormontabile, visto che questo cantone è già rappresentato in Consiglio federale da due ministri (Johann Schneider-Ammann del PLR e Simonetta Sommaruga del PS). Per il rinnovo del Consiglio degli Stati, Rösti si è piazzato solo al terzo posto.

L'origine bernese costituisce una zavorra anche per il capogruppo UDC in Parlamento, Adrian Amstutz. L'estate scorsa Brunner aveva rilanciato la sua candidatura, ottenendo in risposta dal diretto interessato un fermo "no grazie".

Il "senatore" turgoviese Bruno Eberle, già consigliere di Stato nel suo cantone, avrebbe buone possibilità, ma non ne vuole sapere (come nel 2011). Idem per l'ex deputato, sempre turgoviese, Peter Spühler, patron di "Stadler Rail". Quest'ultimo ha lasciato la Camera del popolo per dedicarsi maggiormente alla sua azienda.

Il presidente dell'UDC Toni Brunner (SG) non intende presentarsi. La sua elezione sarebbe tutt'altro che sicura. Brunner si porta sulle spalle un fardello non da poco: è infatti considerato la "creatura" di Christoph Blocher, il vicepresidente del partito che 8 anni fa venne estromesso dal Consiglio federale proprio per lasciare il posto a Eveline Widmer-Schlumpf.

Tra i nomi che circolano quali possibili sostituiti della grigionese figura anche quello del consigliere nazionale zurighese Gregor Rutz. Considerato un "duro", avrebbe senz'altro delle difficoltà a farsi eleggere dall'Assemblea nazionale.

Poche chances per i latini

Nella Svizzera romanda si sono già dichiarati disponibili il consigliere di Stato vallesano Oskar Freysinger e il consigliere nazionale vodese Guy Parmelin, contadino di mestiere e vignaiolo. Freysinger, eletto nel governo del suo cantone nel 2013, può far valere la sua esperienza in un esecutivo, nel quale si dice collegiale. Parmelin non ha questo atout: dopo il suo rifiuto di puntare al governo cantonale nel 2011, l'UDC ha anzi perso il suo seggio nell'esecutivo vodese.

Anche il consigliere nazionale ginevrino Yves Nidegger potrebbe correre per un posto nell'esecutivo. Le sue posizioni radicali su taluni temi ne fanno tuttavia un outsider senza grosse possibilità di successo. E nonostante gli appelli a una candidatura latina lanciati dal presidente del PS Christian Levrat e da quello del PPD Christophe Darbellay, gli aspiranti romandi rimangono degli outsider. Nel Consiglio federale ci sono infatti già due francofoni.

E il Ticino? Dopo la mancata rielezione di Pierre Rusconi al Nazionale, è assai improbabile che giunga una candidatura dal Sud delle Alpi.

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