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BERNAEveline Widmer-Schlumpf non si ricandida

28.10.15 - 16:19
Lo ha comunicato la Consigliera federale nel corso di una conferenza stampa
Eveline Widmer-Schlumpf non si ricandida
Lo ha comunicato la Consigliera federale nel corso di una conferenza stampa

BERNA - Eveline Widmer-Schlumpf non si ricandiderà per un posto in Consiglio federale il prossimo 9 dicembre. La responsabile del Dipartimento federale delle finanze (DFF) ha dichiarato di voler smettere finché la politica le piace ancora, e di volersi dedicare maggiormente alla famiglia.

In una sala piena di giornalisti, la ministra del PBD ha fatto inizialmente aspettare i presenti riguardo alla sua attesa decisione parlando della Strategia energetica 2050.

Poi, dopo aver annunciato di non ricandidarsi, ha ripercorso le principali tappe della sua carriera politica e ha lodato la positiva collaborazione con gli altri membri del governo e con il parlamento. La consigliera federale ha citato diversi dossier, fra i quali il salvataggio di UBS e le nuove tasse ecologiche approvate proprio oggi dal governo, ma non è stata in grado di dire di quale risultato andasse più fiera.

Widmer-Schlumpf ha spiegato che "è un privilegio lavorare per un esecutivo, nei Grigioni è stato un bellissimo periodo, e lo è stato anche qui a Berna. Ho lavorato con piacere, anche se è stato duro e faticoso".

Più in generale, negli ultimi anni la politica è diventata più aggressiva e rumorosa. Specialmente quando sono presenti le telecamere. "Anche i media spesso anticipano troppo, e parlano di decisioni non ancora prese", ha detto con un evidente riferimento alla sua decisione di oggi. Per fortuna però, ha aggiunto, in Svizzera è ancora possibile lavorare in modo concreto.

Più tempo per la famiglia

Per tutte queste ragioni negli ultimi mesi, "ho parlato con la mia famiglia e i miei amici, e abbiamo deciso che era il momento giusto per farmi da parte e non candidarmi nuovamente per il Consiglio federale". Sono contenta anche di aver potuto discutere di questo argomento senza che i media ne venissero subito a conoscenza, ha affermato. Prima di rendere pubblica la decisione, che è comunque maturata prima delle elezioni federali, ha avvertito il presidente del Consiglio nazionale Stéphane Rossini (PS/VS).

"Non ho paura di annoiarmi dopo dicembre", ha dichiarato rispondendo a una domanda della stampa. Continuerò a tenermi occupata "ma non vi dirò cosa farò esattamente". Ci tengo a separare la mia vita privata da quella pubblica, ha aggiunto. Quel che è certo è che "mi asterrò dal commentare gli eventi politici a livello nazionale".

La consigliera federale ha affermato che la sua uscita dal governo non è la fine del suo partito, ma piuttosto una cosa positiva e una possibilità da sfruttare. Spesso, molte proposte del PBD venivano respinte proprio a causa della sua ingombrante figura, ha dichiarato. In pratica, il partito non aveva la possibilità di fare veramente politica a causa della sua presenza in governo.

Per quanto riguarda la sua successione, Widmer-Schlumpf ha affermato sorridendo di essere felice che i giornalisti possano focalizzare l'attenzione su qualcun altro.

Elezioni e UDC

Anche se non è stata citata come una motivazione dalla ministra delle finanze - che ha evitato di esprimersi sull'attualità politica -, l'annuncio odierno segue la sensibile progressione dell'UDC alle ultime elezioni federali, che ha portato il partito di destra a chiedere nuovamente un secondo seggio nell'esecutivo.

Domenica scorsa il PPD, per bocca del presidente Christophe Darbellay, aveva riconosciuto la legittimità dell'UDC ad avere un secondo seggio in Consiglio federale. Il vallesano aveva specificato che in caso di candidatura di Widmer-Schlumpf il partito avrebbe deciso sul da farsi. Ad ogni modo, aveva anche costatato che l'atteggiamento del PBD "di questi ultimi giorni non dà veramente l'impressione di una formazione che cerchi appoggi".

Nella stessa giornata anche il presidente di economiesuisse, Heinz Karrer, si era dichiarato favorevole ad un secondo seggio per i democentristi. Una ripartizione che tenga conto della concordanza aritmetica è "imperativa", aveva affermato.

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