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I risparmi di una vita rubati dal sito clone della banca

Truffa online: una coppia bernese si è vista sottrarre 20 mila franchi in un click. A portarli sul finto portale è stato il motore di ricerca
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I risparmi di una vita rubati dal sito clone della banca
Truffa online: una coppia bernese si è vista sottrarre 20 mila franchi in un click. A portarli sul finto portale è stato il motore di ricerca

BERNA - Peter e Anne-Marie Jost, pensionati di Oberaargau (BE), hanno perso in pochi minuti i risparmi accumulati in decenni di lavoro. Vittime di una frode informatica - riferisce oggi il Blick -, si sono ritrovati con il conto svuotato e la sensazione di essere stati abbandonati persino dalla loro banca di fiducia.

Il 7 luglio 2025 Peter Jost, 73 anni, si collega come di consueto al portale e-banking della Banca Cantonale di Berna (BEKB). Senza accorgersene, però, il suo motore di ricerca lo indirizza verso un sito falso, una copia perfetta di quello autentico. Inserisce le sue credenziali e, nel giro di poche ore, 20.000 franchi svaniscono nel nulla.

A sparire non sono solo i risparmi della coppia, ma anche parte del contributo di solidarietà che Anne-Marie Jost, 71 anni, aveva ricevuto dallo Stato come ex “bambina affidata”. Quei soldi rappresentavano non solo un aiuto economico, ma anche un simbolo di riconoscimento per le ingiustizie subite da bambina.

Truffe sempre più sofisticate - Il meccanismo della frode è ormai noto ma sempre più sofisticato: i truffatori creano copie perfette dei siti bancari, intercettano password e trasferiscono il denaro attraverso conti intermedi, spesso all’estero. Talvolta, come rivelato da recenti inchieste, i malviventi coinvolgono anche pensionati ignari, trasformandoli in “muli finanziari” inconsapevoli.

«Ci hanno detto che è colpa nostra» - Dopo aver scoperto il furto, i coniugi Jost si sono rivolti subito alla polizia e alla BEKB. In un primo momento sono stati rassicurati: il denaro si trova ancora su un conto della Banca Cantonale di Turgovia e potrebbe essere recuperato. Ma due giorni dopo arriva la doccia fredda: i soldi sono spariti per sempre. «Allo sportello ci hanno detto che è colpa nostra», racconta Peter Jost, deluso dopo 50 anni di fedeltà alla stessa banca.

Rimborso parziale - La BEKB, in una lettera visionata dal Blick, dichiara che la responsabilità è del cliente, ma offre un rimborso «a titolo di cortesia» pari al 30% della somma sottratta, circa 6.000 franchi. L’importo dovrà essere restituito qualora il denaro venisse recuperato. «Dovrei rifarmi i denti, ma senza quei soldi non posso permettermelo», commenta in lacrime Anne-Marie.

La banca sottolinea che i casi di phishing e di siti contraffatti sono in aumento e che, per principio, la responsabilità ricade sul titolare del conto. Una posizione che però lascia l’amaro in bocca a molte vittime, spesso anziane e poco avvezze alla tecnologia.

L’unica speranza: l’assicurazione - I coniugi Jost stanno ora cercando di capire se la loro assicurazione coprirà il danno subito. Secondo la rivista per consumatori Beobachter, la maggior parte delle compagnie offre ormai polizze contro la criminalità informatica, pensate per proteggere dati e risparmi. Tuttavia, in alcuni casi, le garanzie sono già comprese nelle assicurazioni sulla casa o nella tutela legale.

Intanto, per Peter e Anne-Marie, resta un pugno di mosche: «Abbiamo lavorato una vita per quei soldi. Per perderli tutti è bastato un click».

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