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SVIZZERAOusman Sonko davanti al Tribunale federale per crimini contro l’umanità

18.04.23 - 14:37
L’ex ministro dell’Interno gambiano è accusato d’aver «sostenuto», senza essersi opposto, gli attacchi delle forze di sicurezza gambiane.
20min archivio
Ousman Sonko davanti al Tribunale federale per crimini contro l’umanità
L’ex ministro dell’Interno gambiano è accusato d’aver «sostenuto», senza essersi opposto, gli attacchi delle forze di sicurezza gambiane.

BERNA - Dopo un’istruzione penale durata oltre sei anni, il Ministero pubblico della Confederazione (MPC) ha promosso l’accusa contro Ousman Sonko, ex ministro dell’interno della Repubblica del Gambia dal 2006 al 2016, davanti al Tribunale penale federale (TPF).

All’imputato viene contestato di «avere – nelle sue qualità e funzioni – sostenuto, partecipato e non essersi opposto agli attacchi estesi e sistematici condotti dalle forze di sicurezza gambiane nel quadro delle repressioni contro qualsiasi opposizione al regime del presidente Yahya Jammeh». Gli atti contestati si estendono sul periodo dal 2000 e 2016 e sarebbero segnatamente costitutivi di crimini contro l’umanità ai sensi dell’art. 264a del codice penale svizzero (CP).

L'atto d'accusa, trasmesso al Tribunale penale federale, ha per oggetto i seguenti fatti:

Nel luglio 1994, un tenente dell'esercito gambiano, Yahya Jammeh, rovescia, con un colpo di stato, Dawda Jawara, primo presidente della Repubblica del Gambia dall'indipendenza, avvenuta nel 1970. Dopo un periodo transitorio, Jammeh è eletto presidente nel settembre 1996. Inizia così un ventennio di potere autoritario contrassegnato da una repressione contro ogni opposizione.

Sostegno alla politica di Jammeh
Ousman Sonko (1969) entra nell'esercito gambiano nel 1988 e viene nominato comandante della Guardia nazionale nel 2003, carica attraverso la quale è responsabile della sicurezza del presidente. Nel 2005 è promosso alla funzione d'ispettore generale della polizia gambiana per poi dirigere il Ministero dell'interno a partire dal 2006. Nel settembre 2016, pochi mesi prima della fine del regime, Sonko è rimosso dalle sue funzioni di Ministro e lascia il Gambia per l'Europa allo scopo d'ivi chiedere l'asilo.

Il MPC contesta all’ex comandante della Guardia nazionale di aver sostenuto e partecipato alla politica repressiva messa in atto dal presidente Jammeh, che aveva come bersaglio in particolare oppositori politici, giornalisti e presunti golpisti e sarebbe stata caratterizzata segnatamente dal ricorso sistematico alle torture, a stupri, a esecuzioni extragiudiziali, a detenzioni arbitrarie e a sparizioni forzate. Questa repressione era il risultato di azioni sistematiche condotte da un lato da attori che avrebbero fatto capo direttamente alla presidenza (in particolare l'agenzia nazionale di intelligence [NIA], la Guardia nazionale del presidente e l'unità paramilitare speciale «Junglers») e dall'altro da servizi di polizia e autorità penitenziarie presumibilmente sottoposti al Ministero dell'interno.

L’ex ministro in Svizzera
A fine novembre 2016, il MPC viene informato dall'Ufficio federale di polizia fedpol che Sonko si trovava nel Canton Berna. Vengono immediatamente avviate delle indagini. Il 25 gennaio 2017, l'Ong Trial International sporge una denuncia penale contro l’ex militare presso la Procura generale del Canton Berna, che apre un'istruzione penale, procede al suo arresto e lo pone in carcerazione preventiva, regime in cui si trova da allora. Il MPC ha assunto il procedimento penale cantonale nel febbraio 2017

 

Domande respinte

Le sue numerose richieste di rilascio sono per ora tutte state respinte dalle più alte autorità giudiziarie del Paese.

Dal 2011, circa 90 casi in materia di diritto penale internazionale sono stati sottoposti all'MPC. La maggior parte dei procedimenti si sono conclusi con l'archiviazione. Il 1° giugno, la Corte d'appello del TPF emetterà il suo verdetto nel procedimento - avviato proprio dal MPC - contro l'ex comandante liberiano Alieu Kosiah, condannato a 20 anni di carcere per crimini di guerra.

 

 

 

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