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SVIZZERAIn Svizzera i danni sarebbero stati «enormi, ma non così sistemici»

14.02.23 - 23:34
In proporzione, crolli come quelli visti in Turchia non sarebbero mai dovuti accadere, dice un esperto.
AFP
I crolli di lastre sovrapposte sono il risultato di un'insufficiente armatura.
I crolli di lastre sovrapposte sono il risultato di un'insufficiente armatura.
In Svizzera i danni sarebbero stati «enormi, ma non così sistemici»
In proporzione, crolli come quelli visti in Turchia non sarebbero mai dovuti accadere, dice un esperto.
Anche da noi c'è molto da fare per rendere sicuri gli edifici.

ZURIGO - Mentre la Turchia rivolge un'occhiata accusatoria a una certa "mafia delle costruzioni", sorge spontanea la domanda: cosa accadrebbe in Svizzera dopo un terremoto della portata di quello della scorsa settimana? «I danni sarebbero enormi», afferma Katrin Beyer, responsabile del laboratorio di ingegneria sismica (EESD) del Politecnico di Losanna.

Non c'è emozione nella freddezza dei calcoli d'ingegneria civile: tutto è una questione di costi e probabilità. La struttura deve resistere a un terremoto che si verifica in media ogni 475 anni o, in altre parole, che ha una probabilità del 10% di verificarsi ogni 50 anni nella regione interessata.

Il terremoto di lunedì scorso ha superato di gran lunga le stime calcolate con questo standard, ammette l'esperta. «È quindi normale che ci siano crolli, ma non così sistematici su edifici relativamente nuovi. Lastre che crollano l'una sull'altra senza lasciare alcuna possibilità di sopravvivenza agli abitanti... ecco, questo non dovrebbe accadere».

Il costo della protezione della vita umana
Tuttavia, l'ingegneria sismica è più recente rispetto alla costruzione di gran parte degli edifici in Svizzera: le prime regole moderne di dimensionamento sismico risalgono al 1989, mentre le regole di rinforzo hanno solo pochi anni. Molti edifici più vecchi non sono ancora stati sottoposti a una valutazione moderna; lo saranno solo se dovranno subire modifiche. «Lo Stato ha già fatto il suo lavoro, ma c'è ancora da fare da parte dei privati».

La valutazione tiene poi conto delle persone presenti nell'edificio e di una questione di probabilità, determinando in ultima analisi il costo della vita umana che determina la necessità o meno di rinforzare la struttura. Il trauma dell'esempio turco spingerà i proprietari a mettere a norma le loro proprietà? «La storia ci insegna che ciò avviene raramente», si rammarica Katrin Beyer.

Un terremoto di 6,6 gradi a Basilea ucciderebbe 3.000 persone

Un studio del Servizio Sismologico Svizzero, che sta per essere presentato al Politecnico di Zurigo, ha testato lo scenario di un terremoto di magnitudo 6,6 a Basilea, paragonabile a quello avvenuto nel 1356.

Secondo il loro modello, circa 77.000 edifici subirebbero danni da moderati a gravi, causando circa 3.000 morti in Svizzera e costi per 45 miliardi di franchi. Senza contare i danni alle infrastrutture, come i cedimenti delle dighe. «Questo scenario corrisponde a quanto accaduto in Turchia, anche se non così esteso, perché la faglia turca era particolarmente ampia», afferma Philipp Kästli, sismologo del Politecnico di Zurigo.

È stata calcolata una seconda situazione - meno probabile, con un'intensità di 7,8 sulla scala Richter - che causerebbe non meno di 15.000 morti.

EPFZLa Valle del Rodano, ad esempio, subirebbe danni significativi a causa dei suoi sedimenti instabili che amplificano le onde sismiche.
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