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SUPER LEAGUE«Io tra carota e bastone: serve cattiveria, guardiamo anche al punticino»

10.10.17 - 16:22
Pier Tami ha fissato gli obiettivi da qui a dicembre: «Dobbiamo fare più punti di quelli raccolti nelle prime dieci partite. Meno peso all'Europa? Facile a dirsi ma non a farsi»
Ti-Press
«Io tra carota e bastone: serve cattiveria, guardiamo anche al punticino»
Pier Tami ha fissato gli obiettivi da qui a dicembre: «Dobbiamo fare più punti di quelli raccolti nelle prime dieci partite. Meno peso all'Europa? Facile a dirsi ma non a farsi»
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LUGANO – La Nazionale, la corsa verso il Mondiale, il Portogallo di Cristiano Ronaldo: il calcio “parlato” di questi giorni è – giustamente – tutto per la truppa di Vlado Petkovic, che questa sera si giocherà a Lisbona l'accesso diretto a Russia 2018. Tanta attenzione per i rossocrociati è stata accolta con grande gioia dai bianconeri di Cornaredo i quali, finalmente un po' tranquilli, stanno lavorando sodo per farsi trovare pronti alla ripresa della Super League.

Chiuso malissimo il tour de force tra settembre e ottobre, Gerndt e compagni sanno di avere davanti a loro un periodo cruciale: non potranno ripartire con il piede sbagliato o la stagione diverrà davvero complicatissima.

«La sosta è arrivata a proposito – ci ha raccontato Pier Tami - avevamo infatti bisogno di staccare un po' e di concentrarci esclusivamente sugli allenamenti. Sono soddisfatto di quanto stanno facendo i ragazzi, che stanno lavorando con grande intensità sul piano fisico. Sono anche felice del fatto che i carichi della passata settimana siano stati superati senza problemi praticamente da tutti».

Non ci sono infortunati?
«Solo Piccinocchi non era al meglio e non ha potuto muoversi sempre con i compagni. Conto in ogni caso di vederlo con il gruppo da qui in avanti. In questi giorni non stiamo in ogni caso pensando esclusivamente a forza e resistenza: stiamo curando pure la tattica. C'erano idee e principi di cui avevamo parlato ma che non avevamo avuto la possibilità di approfondire».

Nell'ultimo match giocato siete parsi scarichi. C'era un problema mentale oltre che fisico? È colpa della pressione?
«C'è pressione? Va bene, me la prendo io. I ragazzi devono pensare esclusivamente a ritrovare il piacere di stare in campo».

Il Tami psicologo è più comprensivo o autoritario?
«Dipende dal soggetto che si trova di fronte. Alcuni hanno bisogno di essere supportati, altri di essere ripresi. Diciamo che uso sia la carota che il bastone. L'obiettivo è comunque quello di portare i miei a esprimersi al meglio per 90'. Se lo faranno potremo tornare a ottenere buoni risultati».

Significa vincere con il Basilea?
«Significa pensare come una squadra che deve salvarsi. Da qui a dicembre avremo otto partite d'andata e la prima del ritorno. In queste dobbiamo riuscire a fare più punti di quelli incassati nelle prime dieci sfide. Fino a ora, giocando bene, abbiamo spesso perso perché... abbiamo cercato di vincere: non ci siamo accontentati del punticino. D'ora in avanti dovremo invece tentare di essere più pratici, cinici e cattivi, dovremo guardare alla classifica sapendo che ogni passo fatto potrà rivelarsi fondamentale».

Renzetti ha messo la salvezza sopra a tutto. Non si può, nel tentativo di raggiungerla, schierare l'undici tipo in Super League e usare i match europei per far giocare gli altri?
«Bel discorso, facile da dire ma non da fare. Questo perché le priorità stabilite dalla società non sono per forza quelle proprie dei giocatori: ogni ragazzo ha le sue. E poi non è detto che tutti rispondano alla stessa maniera a un eventuale turnover. C'è chi, per esempio, se tenuto a riposo per un match, al rientro non è subito in grado di dare il massimo».

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