Cerca e trova immobili

L'OSPITEI civilisti sono fieri e non minacciano l'esercito

18.09.09 - 08:00
di Luca Buzzi
Ti Press / Samuel Golay
I civilisti sono fieri e non minacciano l'esercito
di Luca Buzzi

L’esercito, in assenza di “nemici”, spara sul servizio civile

Negli scorsi giorni, stampa, radio e TV hanno dato ampio risalto alle affermazioni del Consigliere federale Ueli Maurer e del capo dell’esercito André Blattmann che, in successive occasioni, si sono lamentati dell’eccessiva attrattività del servizio civile e della nuova procedura d’ammissione entrata in vigore il 1. aprile scorso che, secondo loro, sarebbe subito da riformare. Nessuna eco è stata invece riservata ai due comunicati di risposta inviati a livello nazionale dall’Associazione svizzera dei civilisti e dal Comitato svizzero per il servizio civile. Speriamo quindi che, finalmente e nello spirito di un dibattito democratico, sia data voce anche alla controparte.

A proposito delle affermazioni citate, da una parte non si può che far notare la contraddizione tra l’idea di voler comunque ancora ridurre gli effettivi dell’esercito (da 200'000 a 80'000) e il pericolo che rappresenterebbe per questi effettivi, il 5% di coscritti che svolgono il servizio civile (molti dei quali hanno tra l’altro svolto anche una scuola reclute) e dall’altra l’oblìo totale del 40% di coscritti che sono dichiarati inabili e che non svolgono né servizio militare, né servizio civile.

Il servizio civile, anche se poco conosciuto dagli stessi Maurer e Blattmann,  svolge ormai da anni importanti compiti di utilità pubblica, ad esempio nella cura e assistenza a malati e anziani, nel sostegno a debili, tossicodipendenti e andicappati, nella protezione dell’ambiente e nella prevenzione della violenza, tutti compiti di grande importanza per la convivenza civile e la coesione nazionale.
I civilisti sono fieri di poter svolgere nel silenzio dei compiti così importanti per la società, ma non possono che reagire sdegnati contro chi misconosce l’impegno fisico e psichico del loro lavoro (una volta e mezzo più lungo del servizio militare) e pretende ancora di limitare drasticamente le loro attività o di ritornare ai tempi bui del passato.

Nel prossimo futuro il servizio civile non rappresenta certo un pericolo per l’esercito, anche nell’ipotesi utopica che raddoppiasse (raggiungendo il 10%) la percentuale di coloro che chiedono di svolgere il servizio civile. Questo eventuale aumento porterebbe invece più persone ad impegnarsi in un servizio alla collettività, con importanti esperienze di vita e ad evitare loro di vivere alle spalle della nostra società, rivendicando solo dei diritti e svicolando dai propri impegni. Ciò non può che essere valutato positivamente ed auspicato da tutte le componenti della nostra società.

Infine, se un numero crescente di giovani ritiene di perdere il proprio tempo al servizio militare in lunghe attese ed esercitazioni inutili, e non sopporta più il disprezzo sistematico dell’uomo e della vita, né le continue angherie ed offese ingiustificate che deve subire, e preferisce quindi dedicarsi pienamente al bene comune con attività utili non svolte al di fuori del servizio civile, dovrebbe stimolare Maurer e Blattmann a riflettere su cosa possono migliorare all’interno del loro esercito, piuttosto che cercare capri espiatori all’esterno.

Luca Buzzi
Gruppo ticinese per il servizio civile

Entra nel canale WhatsApp di Ticinonline.
NOTIZIE PIÙ LETTE